Due notizie che mi fanno molto, ma davvero molto piacere. La prima è che a partire da oggi lo scrittore Antonio Lanzetta farà parte del gruppo dei “Bravi Ragazzi” di Satisfiction. La seconda è che questa recensione da il via alla Rubrica “A volte ritornano Recensioni : un omaggio al Maestro Stephen King e ai libri che ci sono davvero piaciuti e che resistono allo scorrere del tempo.
Edoardo M. Rizzoli
Con il titolo originale di Fevre Dream, Il Battello del Delirio è stato pubblicato nel 1982, quando George R. R. Martin non era ancora noto per A Song of Ice and Fire, la saga fantasy da cui è stata la serie Il Trono di Spade. Trentanove anni… cioè, questo romanzo è quasi mio coetaneo…
St. Louis, 1857. Dopo aver perso la sua flotta commerciale a causa di un incidente e con gravi problemi finanziari, il capitano Abner Marsh accetta l’offerta di un elegante straniero, Joshua York, che rileva la metà della sua società e si offre di pagare per la costruzione del battello a vapore più sfarzoso, grande e veloce che il Mississippi abbia mai visto, il Fevre Dream. Appassionato delle poesie di Byron ed eccentrico, York si imbarca a bordo del Fevre Dream con un gruppo di compagni. La condizione per essere parte della società è semplice: nessuno deve disturbarli, per alcun motivo, quando riposano durante il giorno nelle proprie cabine. Tra il burbero capitano Marsh e York si instaura un rapporto di amicizia ma, durante la rotta del Fevre Dream iniziano ad accadere cose strane che insospettiscono Abner e lo spingono a fare domande. Eventi strani che lo portano a violare gli accordi presi con York…
Finalmente riportato alla luce in Italia dalla ristampa di Mondadori, Il Battello del Delirio è capolavoro della letteratura horror. La ricostruzione storica è perfetta: dalla Babele di New Orleans di fine 1800, alla Ferrovia Sotterranea e alla guerra di secessione, Martin parla di schiavismo, di disparità sociali e condizioni umane, oltre che di navi e vampiri. Sì, vampiri. Il popolo delle tenebre, una razza umanoide antica di cacciatori notturni e animata dalla sete rossa, quella implacabile voglia di sangue che spinge a uccidere gli esseri inferiori, il bestiame, le creature diurne. I vampiri di Martin sembrano essere spogliati da poteri paranormali e rispondono a una condizione innata e fisica, a una vera e propria natura predatoria. I personaggi sono perfetti e a bordo del Fevre Dream si potrà respirare quell’aria di familiarità, quel senso di empatia che accoglie il lettore nelle storie di Martin. Abner Marsh e Joshua York sono sognatori: da una parte un capitano squattrinato ma dotato di una solida etica, dall’altra una creatura della notte, sopravvissuta al tempo e agli uomini, con un ideale a guidare i suoi passi.
Le storie di paura sembrano essere più vicine a noi se si insinuano nelle pagine di storia, se partono da fatti, luoghi ed eventi realmente accaduti per dare loro una spiegazione alternativa, per trascinare il lettore in un mondo speculativo, sospeso tra realtà e finzione. Per lasciare quel senso di vuoto, voltata l’ultima pagina, quella fame di conoscenza, di scoperta, proprio come la sete rossa.
Antonio Lanzetta
George R.R. Martin, Il battello del delirio (Fevre Dream, 1982)
Traduzone di Teresa Albanese e Sergio Altieri
Mondadori – Oscar Fantastica