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Gian Paolo Serino recensisce “Contro l’impegno” di Walter Siti

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È un libro da sottolineare a ogni pagina, da pensare, un colpo inflitto giustamente nel cuore dell’illetteteratura moderna, questa narrativa depotenziata che favorisce le storie lasciando che lo stile, la scrittura, la coerenza, la “forma” sia ritenuta inferiore alle storielle che vorrebbe raccontare rivolgendosi a lettori che gli stessi scrittori sembrano voler mantenere nei propri recinti di beatitudine ignoranza.

Sia mai che un libro, di quelli che tingono le librerie di novità, sempre novità, solo novità, da colori pastello di copertine e contenuti da appartamento, sia maieutico, porti a leggere altri libri, altri pensieri, altre vite.

Anche quando questo succede gli scrittori diventano dei citazionisti da gruccia: cercano stampelle alle quali aggrapparsi per cercare di giustificare la propria presenza sulla carta e non nell’inchiostro.

Siti parte dall’opposto: interpreta alla perfezione e la indossa come una seconda pelle, perché lo è, l’educazione: dal duo etimo latino, “ex ducere”, portare fuori ciò che si pensa. Siti, come nel caso di Saviano, educatamente disvela nelle contraddizioni nelle quali Saviano scrive in un mondo decolorato: un mondo che da lui cerca un nuovo Pasolini stinto e slavato sotto scorta armata mentre in Pasolini la vita era una ruota di scorta da non usare mai perché la bellezza è sapere di averla ma sapere che non la potrai mai usare perché allora la scorta della vita sei tu.

Scusate per le divagazioni, ma è un libro che fa sentire meno soli, tra i Baricchi, nuovi table cartacei per casalinghe stressate.

Walter Siti ha messo un punto, e non un punto e virgola come in altri saggi che trattano la letteratura, la televisione, il sociale come chewing-gum mentale che ci fa muovere la bocca senza mai farle diventare fauci.

Ecco Siti spalanca le fauci e sembra Geppetto. Non quello di Benigni ma quello di Collodi. Siti si veste di pagine strappate al tempo e dal tempo per  ricoprirci dal freddo, da quei spiragli della narrativa contemporanea.

Siti ci vuole salvare dal ventre della Balena. Come nella scena, immortalata da Comenicini con il Nino Manfredi di Pinocchio: quella sulla spiaggia, desolata, come desolata è la nostra vita malgrado vogliano farci credere che il cielo sia sky, un intrattenimento circense da reality d’ordinanza in uno zapping emotivo che cancella le emozioni.

Siti ci salva da quelle emozioni fittizie, dove l’audience di noi stessi non lo rileviamo mai, e ci porta nel ventre della balena. Quella vera, della Grande Letteratura che abbiamo dimenticato frantumandola in un eterno Wikipedia di frasi, frammenti, schegge. Un blob cartaceo che inghiottiamo ogni giorno ma che non siamo capaci, a differenza della trasmissione Blob, di farli consequenziare in un discorso coerente e in una narrazione di frammenti che diventano arte. Siti è Arte e sarebbe ora che tutti noi, compreso lui, ci decidessimo ad accoglierlo come il più grande scrittore italiano vivente.

Gian Paolo Serino

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Walter Siti, Contro l’impegno, Rizzoli, pagg. 272, euro 14

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