Concepire la scrittura come esercizio di libertà: libertà di espressione e libertà di esistere in un mondo sempre più tristemente ambiguo nell’afferrare valori e ideali e assoggettarli a schemi prefissati dalla cultura dominante. Un esercizio realizzato con La ragazza unicorno.
Giulia Sara Miori, dopo un esordio notevole con Neroconfetto una raccolta di racconti pubblicata da Racconti edizioni nel 2021, torna nelle librerie ed esplode nel vero senso del termine con il romanzo La ragazza unicorno uscito per i tipi della Marsilio. E’ una esplosione fredda quella della Miori, una scrittura mirata e calibrata con la cadenza di una danza ritmica. Una scrittura che riesce a scardinare le porte delle nostre coscienze quiete.
La Miori nata in Sicilia, cresciuta a Trento, si trasferisce a Milano e dal 2016 vive nel nord Europa in quel di Utrecht. Il suo vagabondare crea una distanza tra lei e quelli che potremmo definire gli accadimenti del piccolo mondo antico della vita. Accadimenti che le scivolano addosso, pare non sembra sappia che farsene se non tramutarli in un romanzo che accentua il distanziamento, che parla di prigionia in un mondo in realtà prigioniero di stesso.
Protagonista del romanzo è il signor Cattaneo, un uomo di circa quaranta anni, un uomo qualunque con un lavoro, una ex moglie, colleghi con i quali gioca a calcetto, un fratello che vede raramente, un uomo il cui unico legame con la vita, quella vera, quella che avrebbe voluto vivere davvero è segnato da un incontro. Il giorno del suo compleanno viene rapito e rinchiuso in una cella bianca, con due coperte bianche e una luce al neon. Da quel momento in poi lui è il prigioniero… “Come le dicevo, prima di arredare la sua cella ci abbiamo riflettuto a lungo. Non è stato facile mi creda… volevamo qualcosa di adeguato alla sua personalità, se capisce cosa intendo. Però, vede… alla fine… non ci sembra che lei abbia dei gusti ben definiti, delle opinioni…” .
La ragazza unicorno, pagina dopo pagina pone delle domande alle quali il signor Cattaneo non sa rispondere, perché rispondere significherebbe dare un senso alla propria esistenza e queste risposte il protagonista non sa proprio dove andarle a pescare. Trovare la risposta giusta significherebbe essere giudicato e lui a differenza di quanto pensa suo fratello Carlo, avvocato, non vuole essere sottoposto a giudizio “secondo me, alla fine, tutti quanti, colpevoli e innocenti, aspettano una cosa sola, anche se non lo sanno… tutti, in fondo, desideriamo essere giudicati”… Nell’andare via, il prigioniero ebbe l’impressione che l’altro lo guardasse con una certa aria di sollievo, come di chi abbia appena lasciato la camera mortuaria di un conoscente per risalire nel mondo dei vivi”.
Quello della Miori è un romanzo sulla crisi dell’uomo contemporaneo al quale viene data una ultima possibilità di riscatto, una occasione unica e irripetibile: tornare a vivere aspettando che la ragazza unicorno entri di nuovo in scena e lo trattenga per sempre con lei. Un mondo dove i suoni sono rarefatti e domina il bianco. Un mondo in cui tutto può ancora avvenire se riusciamo a lasciarci indietro quello che è stato.
Maria Caterina Prezioso
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La ragazza unicorno/Giulia Sara Miori/Marsilio /pp.118/15,00 €