Questo non è un fumetto – diceva il personaggio di Elijah Price, interpretato da Samuel L. Jackson, uno dei protagonisti di quella bellissima trilogia diretta da Shyamalan – questo è il mondo reale. Eppure alcuni di noi non muoiono con i proiettili. Alcuni di noi possono piegare l’acciaio…
Si chiama Glass il film in questione e gli altri due che completano la trilogia sono Unbreakble e Split. La grande intuizione di Shyamalan è coprire le grandi capacità di alcuni uomini, dei veri e propri super poteri, con un’aura di normalità e di osservarle con la lente del dubbio.
Si rimane, a lungo, con il dilemma che si tratti di capacità super umane o follia.
A questa schiera di “incredibili” appartiene Jinrou, la donna con gli occhi da pettirosso, personaggio centrale del romanzo L’occhio del pettirosso, di Giuliana Altamura, edito da Mondadori.
Spinto da una tragedia familiare che lo ha segnato e che non riesce a superare, il fisico Errico Baroni si ritrova al cospetto di Egon Meister.
Personaggio enigmatico, Egon è un medium dotato di uno sguardo quantico che lo rende capace di vedere il passato, il presente e il futuro delle persone che ha davanti. Meister, in grado di comprendere il dolore e il rimosso di Baroni, gl’indica una via.
Lo scienziato è alla ricerca di una visione più ampia del mondo che la fisica solo intuisce in linea teorica. Il Cern, dove lavora, è dotato di macchinari all’avanguardia eppure non abbastanza potenti per risolvere il desiderio Mefistofelico che lacera Baroni di scomporre l’esperienza umana e di vedere il mondo in modo quasi divino.
Meister sembra esserne capace e lui vuole capire come sia possibile.
Invitato a cercare gli occhi di un uccello, Baroni si ritrova nella baita di montagna dove suo padre si è tolto la vita. Qui incontra Jinrou, la donna che pare capace di orientarsi allo stesso modo dei pettirossi. Lei vede una luce che indica sempre il nord.
Jinrou è la moglie di Ruben un avventuriero in cerca di un sistema per arricchirsi grazie alle criptovalute.
Sullo sfondo il rapporto di Baroni con Greta, la poeta con cui è sposato e dalla quale si sta allontanando.
La quantistica è la teologia del nostro tempo
Dice un collega di Errico, cristallizzando uno dei temi di questo romanzo così ambizioso.
La scienza, la tecnica, sono il faro che l’uomo contemporaneo sembra inseguire. Il rapporto con il divino si è incrinato, la teologia classica ha perduto la sua carica esegetica sulle cose del mondo.
La fisica quantistica ha il difetto di essere materia assai complessa, ma il pregio di avere dentro tutte le chiavi per risolvere i misteri della vita.
In epoca romantica ci si rivolgeva alla poesia perché svelasse all’uomo cosa si nasconde dietro la mera esperienza. Al tempo dei grandi laghi sarebbe stata Greta lo sciamano, mentre qui arranca perché Baroni appartiene a quella schiera che desidera certezze e immagina che dietro ciò che appare inspiegabile, solo si nasconda l’incapacità analitica e la pochezza degli strumenti.
Carlo Rovelli, fisico e scrittore, nei suoi lavori ha spesso cercato di spiegare come sia, invece, possibile trovare l’atto poetico della vita nella fisica dei quanti. Per spiegare il complesso fenomeno dell’Entanglement, per esempio, che nel libro della Altamura ha un significato dirimente, lui scrive:
Nella fisica dei quanti, si chiama entanglement il fenomeno per cui due particelle che si sono incontrate nel passato, conservano una sorta di strano legame, come potessero continuare a parlarsi. Come due innamorati lontani che indovinano i pensieri l’uno dell’altro.
Si tratterà, alla fine, per Errico, di sapersi perdonare e accogliere il prodigio che spesso non vediamo perché obnubilati dalla corazza del becero scetticismo.
Difficile, per questo romanzo, decifrare un genere, si direbbe gotico ma si farebbe torto a tutta la ricerca, allo studio che l’autrice ha compiuto e alla sua indubbia capacità di far arrivare concetti assai complessi come le criptovalute, la produzione di una ricchezza virtuale e la scomposizione della materia.
Che ci riesca è il merito più grande.
Ci resta, alla fine, il dubbio, come nel film di Shyamalan, del prodigio a cui abbiamo assistito. È potere? O solo il frutto di un processo spiegabile scientificamente e che non siamo ancora pronti a comprendere?
Mi ricordo de Il dottor Manhattan; degli X-Man e di Alan Moore, un genio e un esperto di occulto, a cui questo libro sono sicuro piacerebbe molto.
Pierangelo Consoli
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Giuliana Altamura, L’occhio del pettirosso, Mondadori, pp. 168, euro 17,50