Col suo secondo volume di poesie, Giuseppe Forestiero riesce a comporre una intera ermeneutica dei segni salienti delle nostre civiltà.
Infatti in Extra vagantes show tutto è osservato con un distacco socratico, spesso con sarcasmo,sempre filtrato dal suo osservatorio, dal suo vagheggiato microcosmo di provincia italiana.
È ancora salvo dall’omologazione e dall’ingerenza globalista, l’angolo di mondo dove vive e lavora, dove vivono i suoi familiari e gli affetti, insieme ad animali da allevare o da compagnia, dove fotogramma dopo fotogramma il quotidiano e la Natura si fanno protagoniste della Storia, dove la stessa storia umana rileverebbe se stessa come parte di una più complessa cosmogonia dove “l’evoluzione (quella umana cioè) rimane al chiodo”, dove “il calendario in questa stanza è appeso come un porco al ferro di una soffitta oscillano i giorni senza mai toccare terra”.
Opera agevole – lucida nella sua esplorazione senza troppi dilemmi, in cui anche l’eroe omerico sarebbe oggi “lo stelo (che) invecchia ma non sboccia il fiore”.
Si avverte in Forestiero questo riflesso cicladico, questo salto nel blu, il sentore del mare, l’uomo e la donna del Neolitico.
Questo testo distingue l’autore (certo sulla scia della lezione impartita da Guido Oldani) all’interno del panorama italiano per una scrittura asciutta, decalcinata da ogni fine didascalico, tutt’al più protesa a una decifrazione laica e subliminale di quanto ricorre davanti ai suoi occhi, al suo denegarsi allo spirito dei tempi, all’intima rivendicazione del poeta di essere aedo omerico, ordinatore dei valori etici che contano, cantore della mitologia, dell’uomo dell’età dell’Oro e del Bronzo, l’uomo ancora irriducibile di vita, di invenzione e creazione, l’Uomo più vicino alla Divinità.
Forestiero scava nel profondo perché “intemperante di natura”, perché il mondo così come è non gli piace. Lo dice però rivendicando sulla pagina bianca quanto rimane fermo nel suo cuore: “allora te ne torni nel tuo bosco fitto fatto di mangrovie e care ipotenuse, a cercare altre ispirazioni, altre muse”.
Arduo scrivere di poesia, in tempi di scetticismo. Ma Extra vagantes show merita certamente l’impegno della lettura perché “ci sono alberi che vivono nei ricordi, e ogni tanto fioriscono”.
Marcello Chinca Hosch
Recensione al libro Extra vagantes show di Giuseppe Forestiero, RPlibri 2021, pagg. 56, € 10,00