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Giuseppe Prezzolini inedito. Dalla Costiera Amalfitana a Lugano: inediti, eventi e intervista a Carlo Sburlati

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Giuseppe Prezzolini è senza dubbio una delle figure intellettuali più di spicco del ‘900 e rievocarlo significa camminare nel giardino segreto della cultura italiana del 900, un luogo rimasto per molto tempo dimenticato e nascosto.

In quel giardino possiamo riscoprire una vera cultura conservatrice senza gli eccessi e gli entusiasmi che spingono a trasformare le proprie idee in propaganda.

Prezzolini, un intellettuale disincantato è anche l’ispiratore della società degli Apoti – uomini in cerca di verità, disincantati, che “non la bevono” – di cui farà parte anche Longanesi insieme a Guareschi e Malaparte.

Nel 1908 quando Prezzolini fonda il settimanale La Voce coinvolge nella collaborazione: Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Benedetto Croce, Luigi Einaudi, Giovanni Gentile, Giuseppe Lombardo Radice, Umberto Saba, Romolo Murri, Sibilla Aleramo, Giovanni Amendola e tanti altri. Praticamente le migliori menti del suo tempo.

Per riscoprire Prezzolini è interessante esaminare questa lettera inedita inviata a Carlo Sburlati.

Preg.mo Sign. Sburlati, Ho veramente il vizio di rispondere alle lettere ma non lo consiglierei a nessuno di seguire il mio esempio. La ringrazio per l’interesse che lei porta alla collezione che io non dirigo ma che suggerii al Volpe, se non la continua si vede che questa non ebbe dal pubblico l’appoggio che si aspettava. Sono, mi dispiace, di parere differente dal suo sul Platone di R. (Romualdi) che non conosco, mi parve un’interpretazione unica e direi quasi originale se conoscessi la immensa letteratura sul tema, il che non è. La sua curiosità mi fa gioire e la ringrazio del suo interessamento. Dev. G. Prezzolini”.

Quella di Prezzolini è la curiosità dell’intellettuale che non si sottrae alla ricerca della verità anzi, ama interloquire e non si sottrae al dialogo con gli altri anche quando è faticoso, perché proprio dall’incontro tra punti di vista diversi nascono le nuove idee.

Quanti intellettuali oggi rispondono personalmente ai propri lettori? Spesso sono circondati da social media manager a cui affidano la gestione delle risposte ai lettori e vivono protetti dalla torre d’Avorio che hanno costruito senza aver fatto nulla di paragonabile all’opera di Prezzolini?

In un’epoca buia per la cultura come la nostra Prezzolini è un intellettuale profondo e di “azione”, un amante della verità che non fuggiva al dovere di dare il suo contributo alla società.

Martedì 16 luglio 2024 alle ore 18 al Teatro dell’Opera di Sanremo, Marzia Taruffi e Carlo Sburlati introdurranno l’attuale Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ed apriranno un dibattito con lui sul volume Giuseppe Prezzolini, l’anarchico conservatore, saggio uscito nel 2008 presso l’editore Mursia.

Il volume, dopo essere stato rielaborato, è stato recentemente ripubblicato nella collana Nuovi Oscar Mondadori (Mondadori 2023, pp. 372, € 18), con la prefazione del prof. Francesco Perfetti e postfazione di Vittorio Feltri.

Al termine della presentazione si aprirà un dibattito con pubblico e giornalisti presenti sull’importanza e la centralità della personalità di Giuseppe Prezzolini, deceduto nel 1982, all’età di oltre cent’anni, continuando fino all’ultimo una penetrante attività di lucido osservatore e analista critico nella storia letteraria, sociopolitica e giornalistica del XX secolo.

Carlo Tortarolo

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DUE LETTERE INEDITE DI PREZZOLINI A CARLO SBURLATI SU PLATONE E MACCHIAVELLI

Carlo Sburlati è stato per molti anni contemporaneamente Primario di Ostetricia e Ginecologia, Direttore di Dipartimento Materno Infantile del Piemonte e collaboratore di diversi importanti quotidiani, settimanali e rotocalchi. Oltre a numerosi testi scientifici e medici, giovanissimo, negli Anni Settanta, ha scritto due fortunati libri cult su Codreanu e la Guardia di Ferro e su Peron ed Evita, di quest’ultimo l’attrice Gina Lollobrigida è stata con lui testimonial nel 1971.

Per dodici anni è stato Responsabile esecutivo dei Premi Internazionali Acqui Storia ed Acqui Ambiente. Attualmente è nella giuria del Premio Venice International, Semeria Casinò di Sanremo, Acqui Storia e collaboratore del Premio Lucca Autori Racconti nella Rete.

È ricordato come organizzatore di importanti antologiche annuali di arte su Maccari, Sigfrido Bartolini, Carrà, Soffici, Sironi, Arturo Martini, Italo Cremona documentate da splendidi cataloghi illustrati dall’editore Mazzotta.

Segue l’integrale di un’intervista già pubblicata su Satisfiction, su Il Borghese e sul quotidiano Libero.

Quando hai conosciuto Prezzolini?

Nonostante i 65 anni di differenza d’età con lui, ho avuto scambio di corrispondenza fin da liceale ed una frequentazione personale a casa Prezzolini a Vietri sul Mare. La prima volta, quando partecipai ai campionati italiani studenteschi di scherma a Salerno, a pochi chilometri da casa sua, sulla incantevole costiera amalfitana. Laureatomi in Medicina ci incontravamo a Lugano: entrambi eravamo collaboratori del quotidiano svizzero in lingua italiana “Gazzetta Ticinese”, oltreché de “ Il Borghese”

Carlo, cosa ti ricordi di Prezzolini e di quel primo carteggio di oltre cinquant’anni fa?

Nella prima missiva Prezzolini da un sostanziale buon giudizio sul saggio “Platone” di Adriano Romualdi, figlio di Pino Romualdi, pubblicato nella collana “Critica alla democrazia” dell’editore Volpe, che aveva suscitato polemiche incrociate negli ambienti dell’epoca. Prezzolini è una delle figure intellettuali di spicco del ‘900 e rievocarlo significa camminare nel giardino segreto della cultura italiana, un luogo per molto tempo dimenticato, trascurato e nascosto. In quel giardino si può riscoprire una vera cultura conservatrice, senza gli eccessi e gli entusiasmi che trasformano le idee in propaganda.

E nell’altra?

Nella seconda parla del capitolo Antimacchiavellismo legionario del mio libro Codreanu il Capitano, che sarebbe uscito dopo pochi mesi nel 1970 e di cui Prezzolini aveva caldeggiato la pubblicazione all’editore Volpe, figlio del grande storico Gioacchino.

Nell’edizione italiana seguii il consiglio di Prezzolini e soppressi il capitolo.

Ebbe edizioni all’estero?

Sia l’edizione in lingua spagnola del 1970, presso l’Editorial Acervo di Barcellona, che quella francese del 1971, edito da Bardéche, genero di Brasillach, per “Defense de l’Occident” riportano il capitolo “Antimacchiavellismo Legionario”.

L’edizione spagnola, mai più ritoccata nel testo originario del 1970, più volte piratata senza il mio consenso in vari paesi di lingua spagnola, è nel 2024 alla 24ª edizione.

Poi c’è una dedica curiosa ed intrigante?

La dedica al libro Manifesto dei conservatori è di pochi mesi prima della sua morte, durante l’ultima visita a Lugano a casa Prezzolini con mia moglie.

Nel congedarci, ci regalò una copia, con dedica, del suo Manifesto dei conservatori: sapeva che quel libro era già nella mia biblioteca in quanto, quando era uscito da Rusconi, nel gennaio 1972, grazie ai buoni uffici di Alfredo Cattabiani, l’avevo recensito.

Quando andavi a trovare Prezzolini di cosa parlavate?

Principalmente di attualità, giornalismo e letteratura.

Nella mia ultima lunga visita a Lugano, a poco meno di due mesi da quando stava per varcare la soglia dei 100 anni, chiesi delucidazioni e approfondimenti e discutemmo su Pound, Knut Hamsun, Marinetti, Gobetti, Junger, Mircea Eliade, Céline, Soldati, Moravia, Guareschi, Berto, Burri e Montanelli.

Nel congedarmi, forse per le mie numerose domande su argomenti e personaggi controversi della cultura e della storia del 900, appose, con la sua minuta, inconfondibile grafia la caustica e sottilmente ironica dedica “in ricordo di una gradita inquisiva visita durante la quale nulla di proibito fu scoperto”.

Cosa gli avevi chiesto?

Entusiasta avevo ecceduto con molti quesiti rivolti a un uomo sulla soglia dei cent’anni, ma per tutta la durata del nostro incontro Prezzolini rimase lucidissimo ed in casa tenne sempre in testa il suo abituale basco.

Su Pound come la pensava?

Per lui era indubbiamente il più grande poeta del ventesimo secolo, né pazzo né poco lucido. Avevano trovato questo escamotage per evitare che fosse condannato a morte per la sua convinta adesione, mai rinnegata anche dopo il 1945, al Fascismo e a Mussolini.

Fra le altre cose mi raccontò di aver assistito Gobetti in Francia, negli ultimi giorni di vita, prima che morisse per problemi polmonari.

Discutemmo su Tomasi di Lampedusa e sul film Il Gattopardo e parlammo anche del regista di Africa Addio Gualtiero Jacopetti.

Di Tomasi di Lampedusa ha detto qualcosa?

Si parlava della solita cricca culturale (oggi si chiamerebbe mainstream) per cui un romanzo come Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa era stato bocciato da Vittorini e Calvino alla Einaudi perché non era politicamente corretto e così fu pubblicato dopo la morte dell’autore.

Rimase quella mattina una presenza discreta e non interloquì mai con noi, nel retro-vano di casa Prezzolini, suor Margherita Marchione, una sessantenne religiosa statunitense, che aveva conosciuto il Nostro da studentessa universitaria e che dopo la morte della seconda moglie di Prezzolini si era presa cura di lui a Lugano. Morirà quasi centenaria nel 2021 e firmerà oltre cinquanta opere, in italiano ed in inglese, fra cui molti testi importanti su Papa Pio XII, Filippo Mazzei, Clemente Rebora, Giovanni Boine e Giuseppe Prezzolini.

Di Moravia cosa ti aveva detto?

Affermava di considerare Moravia uno straordinario romanziere fin dalla sua prima opera, Gli indifferenti, del 1929. Uno dei più grandi scrittori italiani del ventesimo secolo.

Altri racconti?

Prezzolini sorrideva parlandomi di Montanelli: “Guardi, Indro sarà sicuramente un eccellente giornalista e direttore, si è sempre proclamato mio devoto discepolo, ma non mi ha mai offerto concretamente la possibilità di collaborare al suo Giornale”.

L’argomento è di attualità visto che alcuni giorni fa Giancarlo Mazzucca in un botta e risposta con Marcello Veneziani su La Verità affermava di aver raccolto una confidenza di Montanelli che di Prezzolini diceva: «Per farlo collaborare mi sono messo persino in ginocchio. Ma lui mi disse sempre di no, con questa motivazione: “Quando arrivai in Italia il solo quotidiano che mi offrì una collaborazione fu il Resto del Carlino e io resterò per sempre fedele al quotidiano di Bologna che mi ha dato da vivere”.

La risposta di Veneziani conferma la testimonianza raccolta da me perché il Giornale preferì, come si raccontava dal suo interno, evitare un Prezzolini che scriveva su Il Borghese di Mario Tedeschi e su La Destra, autorevole rivista mensile, che uscì fra il 1971 ed il 1976, fra le cui prestigiose firme internazionali il direttore Claudio Quarantotto volle sia Prezzolini che il sottoscritto.

La Destra aveva un comitato internazionale di direzione composto da Prezzolini, Ernst Junger, Mircea Eliade, il Premio Goncourt Vintila Horia, Thomas Molnar, Michel di Saint Pierre e Caspar Schrenck Nottingham.

Prezzolini concluse che, dopo La Voce, le uniche collaborazioni in cui si era sentito veramente libero e indipendente erano state nel Borghese, prima con Leo Longanesi, e poi con Mario Tedeschi e Gianna Preda.

Carlo Tortarolo

Lettera

19 Ott.1967

Giuseppe Prezzolini

Vietri sul mare

Sopra la Crestarella

Tel. 20375

Preg.mo Sign. Sburlati

Ho veramente il vizio di rispondere alle lettere ma non lo consiglierei a nessuno di seguire il mio esempio. La ringrazio per l’interesse che lei porta alla collezione che io non dirigo ma che suggerii al volpe se non la continua si vede che questa non ebbe dal pubblico l’appoggio che si aspettava.

Sono, mi dispiace, di parere differente dal suo sul Platone di R. (Romualdi) che non conosco mi parve un’interpretazione unica e direi quasi originale se conoscessi la immensa letteratura sul tema, il che non è.

La sua curiosità mi fa gioire e la ringrazio del suo interessamento.

Dev.

G. Prezzolini

Postkarte svizzera (intero postale, con timbro Lugano, 1/2/70)

Cercherò volentieri di leggerla. Ma lei sa che ho 88 anni e a questa età le ore della giornata sono meno della metà di un giovane come lei e mi inviano tutti i giorni due o tre libri, quattro quotidiani stranieri quattro settimanali e molta corrispondenza? Mi interessa però vedere quello che viene annunziato nel suo foglio di pubblicità su Codreanu, antimachiavellico. Perché antimachiavellico? Perché probabilmente non sapeva che cosa pensava Machiavelli. Perché dice che preferiva i consigli efficaci anche se non raccomandabili dal punto di vista morale? Se non erano pratici erano illusori non le pare? E perché ciò che è illusorio dovrebbe essere superiore al reale? Si può paragonare un Marengo in mano a un milione sognato? Etc. Machiavelli aveva una morale.

Mi creda suo dev.

Prezzolini

Dedica sulla terza pagina del volume “Manifesto dei conservatori”

A Carlo Sburlati

e Claudia Gaggino in Sburlati

In ricordo di una loro gradita inquisiva visita durante la quale nulla di proibito fu scoperto.

G. Prezzolini

24.10.81

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