Dal cinema muto a Via col vento, la fase pionieristica del cinema, che vede il passaggio al sonoro e al colore, si chiude allo scoccare della seconda guerra mondiale con il film più famoso e costoso.
Come tutti i premi che si rispettano anche l’annuale consegna delle prestigiose statuette degli Academy Award non si sottrare alla legge inesorabile che vuole che non sempre chi vince sia anche il migliore. Però la lettura dell’albo d’oro di una manifestazione, la cui prima edizione risale al lontano 1929, ci consente di capire lo specchio dei tempi.
Negli anni ’30, che videro il passaggio dal cinema muto al sonoro e ai colori, troviamo All’ovest niente di nuovo, Grand Hotel, Accadde una notte, La tragedia del Bounty, L’eterna illusione e Via col vento, mentre negli anni ’40, la decade in cui si conclude l’ultima guerra mondiale, trionfano Rebecca,Com’era verde la mia valle, La signora Miniver, Casablanca e Giorni perduti. Nei ’50, quelli per antonomasia del cinema americano e dei grandi “divi”, salgono sul podio Eva contro Eva, Un americano a Parigi, Fronte del porto e Il ponte sul fiume Kwai e nei successivi ’60, quelli delle grandi produzioni internazionali e dei musical di successo, vincono Ben-Hur, L’appartamento, My Fair Ladye Tutti insieme appassionatamente.
Con gli anni ’70 entra in gioco il cinema più impegnato e a Un uomo da marciapiede, succedono Il padrino, Qualcuno volò sul nido del cuculo, Rocky e Il cacciatore, mentre negli ’80 trionfa il minimalismo di Kramer contro Kramer, Gente comune, Momenti di gloria, La mia Africa, Platoon e L’ultimo imperatore. I ’90 che raccontano la provincia americana, si aprono con A spasso con Daisy, seguito da Balla coi lupi, Schindler’s List, Forrest Gump e Titanic. Il nuovo millennio parte con American Beauty, ma poi arrivano le grandi produzioni di fantascienza o di fantasy e dopo Il gladiatore, Chicago, Il Signore degli Anelli, Million Dollar Baby, troviamo The Millionaire, mentre nella decade successiva verranno premiati The Artist, Argo, Moonlight e La forma dell’acqua, fino all’ultimo Green Book.
Per quanto riguarda i registi, spicca l’assenza di un premio a Kubrick e se ben 4 film hanno vinto l’Oscar senza vedere chi lo aveva diretto neppure nella cinquina delle nomination, e si tratta di William Wellman per Ali, Edmund Goulding per Grand Hotel, Bruce Beresford per A spasso con Daisy e Ben Affleck per Argo, in compenso Lewis Milestone e Frank Lloyd hanno vinto il premio della miglior regia per due film, Notte d’Arabia e Trafalgar, che a loro volta neppure erano stati selezionati tra i cinque. Due film, Qualcuno volò sul nido del cuculo e Il silenzio degli innocenti, hanno portato a casa tutti e 4 i premi principali, il regista ad avere vinto di più è stato John Ford con 4, gli attori a vincere di più sono stati Jack Nicholson, Daniel Day-Lewis e Walter Brennan con 3 statuette, l’attrice Katharine Hepburn ne ha vinte 4, a fronte di ben 12 candidature, e i film che hanno ottenuto in assoluto più candidature sono stati Titanic, Ben-Hur e Il Signore degli Anelli – Il ritorno del Re, con 11. Insomma, difficile trovare tra i premiati dei brutti film, ma se fu vera gloria o meno, rimane sentenza, come insegna il poeta, da affidarsi ai posteri.
Davide Steccanella
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