“Uomo con gabbiano sulla testa” di Harriet Paige, nella traduzione di Daniela Marchiotti, (8tto Edizioni, 2021 pp. 256 € 18.00) è un libro molto originale, che analizza in maniera piacevole, arguta e spiritosa, il patrimonio dell’arte, la rivelazione degli ambienti influenzati dai canoni estetici della creatività, l’ispirazione artistica e l’indipendenza della genialità. L’autrice collega l’imprevedibilità del destino all’impercettibile efficacia della sequenza causale, identifica il riconoscimento della prevedibilità delle conseguenze, orienta la fantasia del racconto nell’improvviso e fortuito incidente del protagonista Ray Eccles, nello specifico nella bizzarra sorte di un gabbiano che precipita dal cielo sulla sua testa, gli fa perdere conoscenza, e nel singolare ed eccentrico risveglio visionario, fonda la sua attenzione sulla singola immagine di una donna impressa nella sua mente. Harriet Paige raffigura, con uno stile brillante, scorrevole e schietto, il pretesto occasionale, nell’urgenza di dipingere la partecipazione poetica della visione di Ray Eccles, l’esclusiva entità dei suoi dipinti, nell’indecifrabile meraviglia del mondo, presiede un’incantevole descrizione sulle infinite complicità del significato degli avvenimenti. Riproduce la propria concentrazione narrativa sulla coinvolgente bellezza, come una percezione che sopraggiunge inaspettatamente, imprevista, come una creazione espressiva dell’esperienza conoscitiva. L’autrice possiede la saggezza e la misura della finalità umana, regola l’insondabilità della storia, aggiungendo all’anonimato l’estemporanea celebrità del protagonista per i suoi apprezzati quadri, la fissazione ignota e affascinante dell’ispirazione, attraverso il suggerimento e la malia delle relazioni vitali. Nasconde la superficie delle spiegazioni terrene, riproduce tra le pagine gli ornamenti dell’anima, nelle pennellate essenzialmente inimitabili, nell’intento d’inseguire l’ossessione della fisionomia desiderata.
Il libro “Uomo con gabbiano sulla testa” circonda il principio intelligibile dell’opera d’arte nella natura sensibile dell’intuizione contro la trascuratezza e l’estraneità del cuore, oltrepassa l’osservazione affannosa dell’amore, delinea l’approfondimento psicologico del limpido sostegno degli esseri umani nella superficie estesa delle emozioni. La conquista artistica concede il suo incoraggiamento lungo il dinamico conforto interiore, riporta la riflessione sul disaccordo tra la convinzione dell’artista e il criterio con il quale un fruitore dell’arte distingue l’illuminazione di un pensiero. L’esordio letterario di Harriet Paige comunica la possibilità di sperimentare e condividere una particolarità stilistica dell’universo artistico dentro la nostra personalità e sostiene l’occasione d’intrecciare scrupolosamente le affinità degli incontri oltre la cornice della solitudine. Nella linearità magnetica del romanzo si incrociano i sentimenti dei personaggi, la dinamica di una dedizione emotiva nella loro introspezione personale, il timore che avvolge la distensione della speranza e trasporta l’amorevolezza di ogni vicinanza.
Rita Bompadre