L’anno di Ernest Hemingway (premio Nobel 1954) sembra non finire mai, come se il tempo da solo non riuscisse a contenere genio e sregolatezza di uno degli scrittori più amati del ’900. Se il 2011 ha segnato il 50° anniversario della sua morte (avvenuta per suicidio il 2 luglio del 1961, con uno sparo alla tempia), il 2012 si preannuncia ricco quanto ad eventi, pubblicazioni e convegni.
Il pezzo forte delle celebrazioni è l’ “Hemingway Letters Project”, ovvero la pubblicazione di circa 6 mila lettere, l’85 per cento inedite, scritte nell’arco della sua esistenza e riordinate in un’edizione critica coordinata da
Sandra Spanier. E’appena uscito “The Letters of Ernest Hemingway – vol. 1” (ed. Cambridge Press), che copre gli anni 1907-1922 e se ne prevede l’uscita di altri 18 per i prossimi 15 anni.
La maggior parte delle lettere, più di tremila, provengono dall’Hemingway Collection della John F. Kennedy Presidential Library di Boston; ma anche da biblioteche e collezioni private sparse per il mondo o cedute dal nipote dello
scrittore, Ernest, figlio della sorella prediletta Madelaine, detta Sunny. Gran parte del materiale è stato recuperato nella casa di Finca Vigía, a Cuba dove lo scrittore visse dal 1939 al 1960. Una ricerca certosina nell’abitazione di un uomo che aveva un rapporto maniacale con la scrittura. Hemingway scriveva ovunque, anche in piedi. Oltre alle lettere decine di quaderni pieni zeppi di note, frammenti di brutte copie, revisioni di manoscritti, perfino ricette di cucina e appunti sul proprio peso corporeo, ed un finale rifiutato dall’editore e mai pubblicato di Per chi suona la campana.
(Maria Zuppello, Europaquotidiano.it, 31-12-2011)