Partiamo dal sottotitolo inserito nella traduzione italiana di Janis. Her Life and Music, di Holly George-Warren: La biografia definitiva.
No, non deve sembrarvi in alcun modo presuntuoso. Se avete dubbi in proposito, vi basterà andare all’appendice della pubblicazione e dare una rapida scorsa alla quantità di titoli presi in esame in bibliografia dall’autrice (già apprezzatissima per il best seller The road to Woodstock e membro della commissione candidature della Rock & Roll Hall of Fame). Se a questo aggiungete che la gestazione dell’opera è durata quasi dieci anni e che vi hanno contribuito le testimonianze di svariate decine di persone che ebbero la fortuna di incrociare la propria strada con quella della prodigiosa cantante texana, capirete da soli l’importanza di questo libro.
Il cui principale pregio risiede innanzitutto nel non essere inciampato sulla buccia di banana della retorica e della facile apologia. Sfogliandone le pagine, infatti, si ha fin dall’inizio l’impressione che la Janis Joplin di cui si sta parlando, prima di essere la superstar incontenibile che tutti noi fan abbiamo imparato a conoscere, è innanzitutto e soprattutto una persona con un suo universo interiore pieno di chiaroscuri. E questo è tanto più importante quando la Warren decide di scandagliare all’interno dei legami familiari dell’ugola di Port Arthur, perché ne viene fuori un quadro umano che spiega moltissimo della sua attitudine autodistruttiva e della sua fragilità emotiva. A partire dal contrastato rapporto con i suoi genitori, improntato fin dalla prima, giovanissima presa di coscienza di sé ad una struggente, costante necessità di essere approvata in ogni piccola cosa, ma anche a una profusione di amore disperato, tanto più evidente quanto più la Joplin prendeva nel corso del tempo le distanze dal focolare domestico per andare incontro al suo destino di artista e di donna.
Lo stesso discorso vale per l’indagine che l’autrice conduce sulla a dir poco caotica vita sentimentale della cantante. Dove a stupire non è soltanto la contezza con la quale viene creato un dettagliato “registro presenze” dei/delle partner, ma la capacità di aver saputo interpretare le dinamiche emotive che le varie liaisons hanno saputo innestare. Di più, di averne evidenziato certi rapporti di causa/effetto, che hanno poi determinato la scelta di alcuni percorsi umani rispetto ad altri, risultando parimenti fondamentali anche per quanto concerne l’edificazione “professionale” della Joplin.
Naturalmente, come è facile immaginare, nulla è risparmiato in termini di dovizia di particolari per quanto pertiene la sfera aneddotica e quella legata agli eccessi tipici del rock and roll way of life. Troverete dunque un resoconto continuo delle tipiche bravate che costellano l’esistenza delle star, che però, sempre in ragione di quella necessità cui si è accennato di farci conoscere la donna Janis Joplin più che la performer, non si riduce a un mero, superficiale arabesco narrativo, ma deve essere letto come un ulteriore strumento di indagine atto a tratteggiare un profilo di una persona da restituire nella sua unicità.
Piace poi sottolineare, soprattutto a beneficio dei lettori più “musicofili”, l’accurata messa in rilievo del rapporto tra la Joplin e le sue principali fonti di ispirazione canora e stilistica: l’autrice, infatti, non si limita a enumerarle come spesso accade negli articoli delle riviste specializzate o in molte monografie musicali poco accurate, ma cerca di far capire come, partendo per esempio da Bessie Smith o da Otis Redding, la Joplin abbia indirizzato in un senso piuttosto che in un altro la sua ricerca di registri espressivi o la costruzione delle sue partiture vocali.
Niente di inaccessibile a chi non è addetto ai lavori, sia chiaro, ma sicuramente un approccio alla materia che consentirà agli amanti dell’inarrivabile interprete di Piece of my heart e di Cry baby di capire quale fosse l’importante lavoro svolto dalla loro eroina per creare certi colori timbrici o certe partiture dinamiche. E di rendersi pienamente conto del fatto che, a fronte di uno straordinario talento di base e di tanta sostanza “sentimentale”, il fenomeno Joplin fu anche frutto di uno studio rigoroso e di una incrollabile voglia di perfezionarsi tipica di chi è destinato ad arrivare in cima.
Niente altro da aggiungere, se non che il testo della Warren è arricchito da un apparato fotografico di tutto rispetto, all’interno del quale troverete anche delle autentiche chicche di non facile reperimento in rete.
Insomma, per tutti gli amanti high profile della musica e del rock in particolare, un must da non lasciarsi sfuggire. Ma anche per chi non lo fosse, un’occasione imperdibile per conoscere meglio una donna, oltre che una cantante, che con la sua breve, tormentata, luminosissima parabola ha segnato in modo indelebile la storia e la coscienza contemporanea.
Domenico Paris
Recensione al libro Janis. La biografia definitiva, di Holly George-Warren, DeAgostini 2020, pagg. 478, € 24