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I frattali. Intervista a Massimo Salvati e Vincenzo Montisano

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Industria & letteratura è una casa editrice fondata nel 2015 dall’idea di un gruppo di amici che vollero concretizzare un progetto di ricerca storica sui partigiani. In questi nove anni la casa editrice ha potuto vantare numerose e prestigiose pubblicazioni di poesia, narrativa, saggistica, illustrazione… oggi vi portiamo alla scoperta della nuova collana inaugurata il 24 Maggio: I Frattali.

I testi proposti nei Frattali raccolgono scritture contemporanee, esordienti o quasi, che con sguardo immaginifico si rivolgono all’universale, in un ambizioso e inebriante tentativo di comprendere relazioni e idiosincrasie; portare alla luce pose e movenze che vengono reiterate e che accomunano relazioni, pensieri, azioni dell’umano tra l’umano.

Ne parliamo con Massimo Salvati, direttore della collana.

Buongiorno Massimo e benvenuto, puoi dirci brevemente com’è nata l’idea alla base di questa nuova collana?

Ciao Stefano, e grazie per questo spazio. L’idea è nata dal voler conciliare due anime di Industria&Letteratura: quella lirica di Poetica e quella prosastica de L’invisibile, dando però grande spazio agli esordienti, o quasi. Da qui la decisione di insistere e indagare gli archetipi attraverso le penne di autori dotati di sguardo immaginifico, che senza paura -nella lingua, nell’occhio e nella mente- si mettono faccia a faccia con il simbolo e lo sfidano, ne mappano gli atteggiamenti, le pose, le movenze dell’umano tra l’umano.

Cosa ci possiamo aspettare da ogni singolo Frattale?

L’idea è che ogni frattale sia unico: un simbolo per ogni testo, un archetipo per ogni libro. Questo primo è dedicato alla relazione di coppia e stiamo già lavorando al secondo. Ogni libro però vuole anche essere una costruzione di senso costante, che può essere risignificata ad ogni lettura e da ogni lettore. Chissà che i singoli Frattali non si possano evolvere nel tempo…

Il primo titolo della collana sarà il romanzo di Vincenzo Montisano – Logica degli incendi.

Buongiorno Vincenzo e benvenuto, la scena che introduce il primo titolo della collana vede un uomo e una donna (Teo e Gio) che si immergono in una vasca da bagno piena di latte. Iconograficamente e metaforicamente si tratta di un’immagine estremamente potente ed evocativa, puoi dirci di più sulla trama e l’idea alla base del tuo esordio nei Frattali?

Buongiorno Stefano, grazie per la domanda. Alla base di questa novella (nata anche da continui e proficui confronti con il mio amico ed editor Antonio Russo De Vivo, che ringrazio) c’è il vuoto cognitivo, l’assenza del significato ultimo di ciò che, a dispetto della statistica, esiste; quest’assurdità che è vivere e che, tra gli altri, Albert Camus così bene ritrae fin dalle prime righe del Mito di Sisifo. Se Teo, appassionato di studi astronomici, è il potenziale freddo e razionale, e avverte l’invalicabilità della barriera tra quello che un uomo può o non può conoscere, Gio, affetta da distimia e sessualmente attratta dal bianco, è il potenziale caldo, irrazionale, che finisce per schiantarsi su quella stessa barriera dal lato opposto. La vasca da bagno piena di latte è il luogo in cui i personaggi “nascono”, si toccano, si sentono, come per la prima volta: è questo l’incipit di un travagliato percorso di simboli che ho cercato di tracciare. A partire dai due protagonisti, che nel prologo appaiono “gettati” fuori dal tempo e dallo spazio, passando per i comprimari (la madre e il padre di Gio, il fattore, l’isola, l’incendio stesso), ho scorticato ciascun elemento narrativo nel tentativo di reperirne la funzione primordiale, la forma archetipica che avrebbe permesso – al lettore e a me – d’individuare chiaramente i rapporti di forza in gioco: i valori di una società che muta perennemente contrapposti all’inamovibile stato di natura, innervato di leggi ferree e di cinico disinteresse; il bianco e il nero; il cielo e la terra; il maschile e il femminile che lottano, e che sempre lotteranno, con il loro bagaglio di varietà biologica, ricco di molteplici metodologie d’indagine della realtà sensibile e di ciò che essa cela.

“Razionale e irrazionale, macro e microcosmo, veglia e sogno sono i gradini tramite cui il testo risale la dorsale della follia. Per Teo e Gio non resterà che attraversare la propria cruna dell’ago, farsi trascinare dal potente richiamo dell’isola: viaggiare con la propria maschera, alla deriva.” Già dalla sinossi che accompagna il titolo si percepisce la densità letteraria del testo e la sua predisposizione all’indagine antropologica. Dal viaggio (de)formativo, alla maschera pirandelliana, al lettore si prospetta un’epopea schizofrenica nella psiche di coppia. Quali sono stati i riferimenti (letterari e non) che ti hanno accompagnato durante la scrittura?

Senza dubbio, tra i riferimenti letterari che mi hanno accompagnato durante la stesura, posso citare Sylvia di Leonard Michaels, alla cui protagonista ho pensato molto per ritrarre e trasmettere un carattere disfunzionale e, a mio avviso, affascinante come quello di Gio. Mi sono rifatto anche a un certo modo di trattare l’elemento fantastico che hanno avuto Antonio Tabucchi in Notturno Indiano o Julio Cortázar in uno qualsiasi dei suoi racconti – per inciso: sono grato di poter citare (di certo, indebitamente) questi giganti, facendo un torto a quelli che restano fuori dall’elenco e ai quali comunque devo molto. Il più importante tra i riferimenti non letterari è Antichrist di Lars Von Trier: come in questa pellicola, in cui l’etichetta Horror è un chiaro pretesto – bastano i primi quindici minuti per capire che di film d’autore trattasi –, la Logica degli incendi si pone l’obiettivo di partire dall’impianto di genere, sfruttandone i ganci narrativi, per tentare di valicarlo, concentrandosi sulle dinamiche di coppia che, anche se trasposte, anche se trasfigurate dall’atmosfera perturbante dell’isola, rimangono le protagoniste di questa novella (proverbialmente, ai lettori l’ardua sentenza). Chiudo sottolineando che gran parte del testo vive dei suggerimenti sibillini che la realtà quotidiana offre alle nostre biografie personali. Una realtà che, per chi ha una certa inclinazione alla malinconia, non esiste se non viene tradotta in un linguaggio estetico ben preciso: è la letteratura a legittimare il mondo e le relazioni in esso contenute. Non il contrario.

Sito ufficiale dell’editore — https://www.industriaeletteratura.it/

Vincenzo Montisano – Logica degli incendi / Pagina del romanzo — https://www.industriaeletteratura.it/prodotto/logica-degli-incendi/

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