Dal blog del 23 febbraio 2008:
Abbiamo chiesto a 7 scrittori, autori capaci di andare oltre le barricate del marketing editoriale, di consigliare in esclusiva per Satisfiction i libri che negli ultimi tempi hanno letto più volentieri.
7 scrittori da urlo, più che da strillo di copertina. Scrittori che hanno cambiato, chi un modo e chi un altro, le coordinate della narrativa italiana degli ultimi anni.
Gian Paolo Serino
Tullio Avoledo
L’autore di uno dei libri più intriganti degli ultimi anni L’elenco telefonico di Atlantide (Einaudi) attualmente sta lavorando a Hotel Vajont, in uscita nei prossimi mesi sempre per Einaudi.
Un saggio storico. Barry Strauss, La forza e l’astuzia. I greci, i persiani, la battaglia di Salamina (Laterza). Un libro che sonda in profondità uno degli eventi più drammatici e forieri di conseguenze nella storia dell’umanità. L’autore (non per nulla insignito del più prestigioso premio americano per l’eccellenza nell’insegnamento) ricostruendo brillantemente nei dettagli, sulla base delle diverse fonti disponibili, la storia della battaglia navale, rende accessibile al lettore due mondi dell’epoca: quello greco e quello persiano. Un’analisi utile anche con riferimento agli attuali, cosiddetti, “scontri di civiltà”.
Michael Chabon, Il sindacato dei poliziotti yiddish (Rizzoli). Un romanzo che ibrida il noir alla Chandler con gli universi paralleli e la satira politica. Impeccabile ricostruzione di un 2007 alternativo in cui Israele non esiste e gli ebrei dopo il 1945 hanno trovato temporaneo asilo in Alaska. Nessuno scrittore “mainstream” ha mai scritto un romanzo di fantascienza così perfetto.
Infine un libro di poesia.
Pierluigi Cappello, Assetto di volo (Crocetti). Splendida, imperdibile raccolta di poesie che riunisce liriche in italiano e in lingua friulana di uno dei migliori poeti delle giovani generazioni. In questa antologia che riassume l’attività complessiva del poeta non c’è una sola parola inutile o superflua. Ogni verso vibra come la corda di uno strumento perfettamente accordato.
Giancarlo De Cataldo
L’autore di Romanzo Criminale è da pochi giorni in libreria con Onora il padre (Einaudi). Dopo un viaggio in India sta lavorando ad un resoconto di viaggio che uscirà in autunno per Rizzoli.
3 consigli:
1. I padroni delle città, Curzio Maltese, Feltrinelli.
Un réportage senza retorica dal cuore dell’Italia di oggi attraverso le sue grandi e piccole città. Sulle tracce di un declino italiano che a volte, sorprendentemente, si accende di orgoglio e fantasia.
2. Le voci del fiume, Jaume Cabré, La Nuova Frontiera.
Amore, avventura, politica, tradimento e passione a cavallo fra la Guerra Civile spagnola e un
presente di vittime ignare e disperati carnefici, accomunati dalla risata beffarda della
Storia, l’unica, vera Grande Traditrice.
3. Fun Home, Alison Bechdel, Rizzoli (graphic novel).
Alison e l’ombra del padre. Una famiglia triste, la memoria di un abbandono, la rivelazione
dell’omosessualità. Tenerezza, violenza e poesia nel New England: perché “lui è precipitato
in mare, certo, ma nella complessa narrazione rovesciata che governa l’intreccio
delle nostre storie lui era lì, pronto a prendermi, quando ho spiccato il salto”.
Buona lettura.
Luca Di Fulvio
Con L’impagliatore Luca Di Fulvio ha scritto un libro che non lascia tracce ma lividi. Il suo nuovo libro è La gang dei sogni.
Per una volta proverò a non consigliare Faulkner, Hardy e Marquez.
Cominciamo con il teatro, che ogni tanto andrebbe letto per gustarne le parole: da bambino, nella biblioteca di casa, mi imbattei nel Caino di lord Byron, un testo visionario, romantico e razionalista insieme. Caino è l’uomo romantico, affrontato come un Prometeo, avido di conoscenza, di quel fuoco che vuol portare alla gente (in questo caso a se stesso) che lo danna. E il diavolo, che è colui che interpella per farsi svelare la conoscenza, gli mostra quel che c’era prima dell’uomo: i dinosauri. Sta fiorendo il darwinismo, l’evoluzionismo, ed è quella la mela proibita di Caino. Testo difficile da trovare, credo. Purtroppo. In alternativa mi leggerei il Riccardo III di Shakespeare, la dimostrazione di come i grandi (quasi unicamente lui e i Greci) sappiano fare poesia anche della storia. Mirabile la seduzione di Lady Anna e arcinoto, perché perfetto, l’inizio che dice dell’inverno del nostro scontento. Per chi non lo avesse visto è molto interessante il Riccardo III ‘spiegato’ in cinema da Al Pacino.
Poi passerei a un romanzo: il Leviathan di Julien Green. Scrittore franco-americano, nato a Parigi da genitori americani. E’ un romanzo cupo che risente in tutto e per tutto, come spiegato dalla nascita dell’autore, di due tradizioni lontane fra loro, quella europea del realismo psicologico e quella del gotico americano, soprattutto del sud, e in particolare di Edgar Allan Poe. In alternativa consigliere la lettura, o più probabilmente rilettura, di Fiesta di Hemingway, tanto per rimanere in Europa, se non nello stile, ovviamente, almeno in parte nell’ambientazione. Dico rilettura perché – preferendo rileggere qualcosa di valido piuttosto che tenermi aggiornato sul libro di moda del momento – ho scoperto che i libri cambiano nel tempo, così come cambiamo noi. E ci parlano d’altro ogni volta, a mano a mano che la nostra capacità di percepire si affina.
Infine vi invito a leggere uno scrittore che scrive un saggio sul più grande scrittore. Parlo di Anthony Burgess che racconta Shakespeare (Shakespeare, Rusconi). E’ un’esperienza semplice e mirabile. La penna fine dell’autore di Un’arancia a orologeria rende vivo Shakespeare e il mondo nel quale si muove, con descrizioni di pura letteratura e riflessioni su interrogativi storici.
Raul Montanari
Il suo L’esistenza di Dio, appena riproposto da Baldini Castoldi Dalai nei tascabili, è un libro che ti perquisisce l’anima: perché non ci sono proiettili a ucciderti ma sentimenti. Attualmente sta lavorando all’ultima revisione del suo nuovo romanzo La prima notte.
Uno straclassico: Robert Luis Stevenson, Il master di Ballantrae.
Ricordate Lo strano caso del dottor Jekyll e di mister Hyde? Lì Stevenson prendeva un personaggio e lo divideva in due, la parte buona e quella malvagia. Be’, in questo romanzo, che dal punto di vista letterario è forse il più perfetto che abbia mai scritto, fa esattamente l’opposto: parte da due fratelli, uno buono l’altro cattivo, e lentamente avvicina i loro caratteri finché non diventano quasi la stessa persona.
Un grande romanzo italiano: Il male oscuro di Giuseppe Berto.
Sono convinto che questo libro sia più conosciuto (anche grazie al titolo, memorabile) che letto (anche per colpa del titolo, che sembra promettere una storia deprimente). La sorpresa è che, oltre a essere scritto con uno stile originalissimo fatto di frasi che durano quasi un intero capitolo, è un libro di una comicità viscerale e inarginabile.
Un consiglio un po’ anomalo: Kill Baby Kill, Il cinema di Mario Bava, a cura di Gabriele Acerbo e Roberto Pisoni, Ed. Un mondo a parte. E’ appena uscito, ed è un bellissimo e ricchissimo libro che attraverso 39 interviste, 12 interventi critici, schede, fotografie e quant’altro vi farà innamorare di questo schivo e geniale artigiano italiano del cinema fantastico. Fra i suoi imitatori e ammiratori si contano Martin Scorsese, Roger Corman, Quentin Tarantino, John Landis, Joe Dante, Ridley Scott, Dario Argento… può bastare, vero?
Filippo Tuena
Filippo Tuena è autore, tra gli altri, dei romanzi Tutti i sognatori (Premio Super Grinzane Cavour 2000), Le variazioni Reinach (Premio Bagutta 2006) e Ultimo parallelo (Premio Viareggio 2007).
Vorrei suggerire un vecchio Pamuk ristampato quest’estate, La casa del silenzio (Einaudi) perché mi sembra un bell’esempio di narrativa pura, genere che ormai con difficoltà riesco a seguire, non tanto perché manchino i buoni libri quanto perché il mercato li sommerge con una montagna di narrativa scadentissima così che anche un lettore attento riesce difficilmente a trovare buoni testi.
Vorrei consigliare anche il catalogo della mostra di Rothko (Skira). Nonostante sia pieno di illustrazioni e tavole a colori è anche un libro da leggere con saggi molto interessanti e, cosa non meno da considerare, costa poco più di un romanzetto da classifica. Come terzo un libro non tradotto in italiano, Stephen Pyne, The Ice, Orion Books 2004, uno splendido libro sull’Antartide, nella speranza che magari qualcuno decida di tradurlo.
Marco Vichi
Tradotto in Spagna, Germania, Grecia, e Portogallo è autore anche della fortunatissima serie del commissario Bordelli (Il commissario Bordelli, Una brutta faccenda e Il nuovo venuto). Lavora all’adattamento dal francese di Love Bugs, il format televisivo di Italia Uno. Il suo ultimo romanzo è Nero di Luna (Guanda)
La pelle di Curzio Malaparte… perché – come molti altri di Malaparte – è un libro scomodo, terribile e quasi dimenticato in cui si racconta, sullo sfondo della violenza della guerra, l’abiezione e la bassezza umana e altre forme di violenza che non hanno a che vedere con il sangue ma che sono ancora più orribili. Un libro da molti odiato perché ritenuto cinico, ma che invece è intriso di sofferenza impotente e di grande consapevolezza.
La vita Agra di Luciano Bianciardi… perché nei primi anni sessanta racconta un’Italia che ha già le malattie che si riveleranno nei decenni successivi per giungere fino a noi.
La strada che va in città di Natalia Ginzburg… perché è un romanzo che non risparmia colpi al mito della famiglia e della maternità e dimostra con evidenza quanto possa essere potente la semplicità della scrittura.
Grazia Verasani
Ha collaborato con i Gang e i Jethro Tull, ha lavorato come attrice e autrice di teatro e di cinema, ma è soprattutto una scrittrice di polso. Dal suo Quo vadis, Baby? Gabriele Salvatores ha tratto l’omonimo film e il serial tv tra qualche settimana in onda su Sky. Ha appena finito di scrivere il suo ultimo romanzo.
Consiglio l’ultimo libro di Robert Walser Storie che danno da pensare, appena pubblicato da Adelphi, perchè la penso come Hesse quando diceva che i libri di Walser sono una musica che se tutti ascoltassero il mondo migliorerebbe… Poi Ancora dalla parte delle bambine di Loredana Lipperini (Feltrinelli), che riflette sull’attuale, e sconfortante, “condizione femminile”. E Cani selvaggi della poetessa Helen Humphreys (Playground), romanzo/ballata commovente, dove sono gli istinti a nobilitare i sentimenti. E se posso aggiungere un quarto: La grammatica di Dio (Feltrinelli), un ritorno alla grande di Stefano Benni, la cui caustica fantasia è sempre illuminante…