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I giovedì del ragazzo ubicuo. Borso/Rebori. Tritratto.

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Alberto Rebori, di cui van ricordati almeno L’Artusi illustrato (Corraini 2001) e Stendhal a Milano (Sormani 2006), è un originale. La prima volta che lo incontrai in ex-gelateria, mentre stavamo seduti sotto il pergolo in fiore mi chiese all’orecchio se erano uccelli a cantare o filodiffusione. Fa sempre domande, e la volta che mi chiese di andarlo a trovare a casa sua, ci andai. C’erano più gatti che sedie, una dozzina (come in casa di Maria Turù, che ai figlioletti ripeteva: “Magné pan magné pan, che semo siori solo che de careghe!”). Ci accomodammo sulle due libere in cucina. Non saprei perché, la tensione si tagliava a fette, salame non ce n’era ma un bottiglione di bianco sì. Così si cominciò a rodare, e rollare: traffico intenso di stizze e bicchieri in centro tavola, finché si finì sulla Bibbia. Perché non farla illustrata come già l’Artusi? C’era da sbellicarsi, e ci sbellicammo (di quelle 100 idee, praticamente quante i nanetti biblici, ne avremmo realizzata solo una, in forma di libretto: Gli Adams, con due testicoli su Adamo & Eva e Caino & Abele, e a illustrazione lo stato-famiglia: 4 ritrattini formato-tessera). Prosciugato il bottiglione, raggiungemmo il lettone. Ore dopo, la moglie Irene ci trovò ronfanti, accoccolati l’uno all’altro, ed esclamò: “Ancora!”. Mai capito il senso di quell’esclamazione, se cioè fosse riferita al letto o al vino, né mi sforzai di chiederlo. Entrati sì bellamente in confidenza, tempo dopo azzardai di proporgli a tema il mio ritratto: detto fatto (v. foto). Poi la penna mi prese la mano, e da italiano che ero m’immaginai arabo. Non contento o per par condicio, terminai ebreo. Di conseguenza Alberto triplicò: nel secondo ritratto avevo kefiah con egal, nel terzo boccoli con kippah. Siccome infine nel primo ero stato esopizzato cane fulvo, il secondo uscì rosa maiale, il terzo topo marrone. Procedeva a mano libretto su libretto, ossia 44 x 3 = 132 ritratti… Per non annoiarsi faceva uno e uno e uno, solo che dopo una dozzina di tritratti mi chiese perplesso: “Sarà mica antisemita?”. Tentai di rassicurarlo che l’antisemitismo è ben altra cosa, ma lui mutò sequenza, e continuò a farli uno e uno, un italiano e un arabo, lasciando per dopo l’ebreo. Fatta un’altra dozzina di bitratti, mi richiese piuccheperplesso: “Sarà mica antislamico?”. Tentai di rassicurarlo come sopra, ma lui rimutò sequenza nel senso che completò la serie cane. Il giorno dopo lo aspettavo per finire; giunse in gran ritardo tutto paonazzo e mi chiese d’un fiato: “Hai parlato con qualcuno dei tritratti?”. “Ma come Alberto, con Luciano, con chi passava ultimamente qui, con gli amici fuori!” Mi tirò per la giacca in strada: sul muro davanti era comparsa una scritta in arabo: “Mi traduci?”. “!!”. Appena vistala, gli era venuto il sospetto che fosse un avvertimento – a lui, causa tritratti. Così, invece di entrare, fatto un giro dell’isolato si era appostato dietro la vetrina del bar tabacchi, a bere un cognac e spiare… Poi altro giro e altro bicchierino, finché appunto… Non ci fu verso: dei 44 tritratti (cofanetti con tre libretti cad.) previsti, 12 uscirono completi, 12 mancanti di uno, 20 mancanti di due. Per rabbia e dignità, 32 cofanetti li bruciai.

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RITRATTO DAL VERO
Il vero ch’è ritratto
non è davvero vero,
poich’esso s’è ritratto
propriamente dal vero.
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Il vero ch’è ritratto
non è davvero vero,
poiché il vero ritratto
ritratta proprio il vero.
 
RITRATTO DAL VERRO
Il vero ch’è ritratto
vero verro non è,
poiché nel ver ritratto
s’invera A.Verroè.
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L’ A.Verroè ritratto
A.Verroè non è,
poiché l’A.V. ritratto
un vero verro è.
 
RITRATTO D’ASVERO
L’Asvero qui ritratto
non è davvero Asvero,
poiché l’Asvero vero
non è nero né ratto.
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L’Asvero qui ritratto
proprio vero non è,
ch’oltreché nero e ratto
errante-errato è.
 
 

Ogni testicolo è impreziosito di una dedica a chiave: la prima, per dire, è a Heidegger [erpicatore]; la seconda non ricordo a chi; e via andare. Vado fiero della quarta, dove aggiungendo una w ho mutato Wahrscheinlichkeit [verosimiglianza] in Wahrschweinlichkeit [veromaialanza]. 1. in fra’ Martini Brugadoris heu me malam memoriam / 2. to M. Dipper-Bridges half-fraternally / 3. a Giorgio Oben  fattor supremo d’animaleschi versi / 4. Zu Karl Holowski mitt großer Wahrschweinlichkeit / 5. a Rolando Rator negro-albino y marrano / 6. à Santinho do Campos o mais infeliz

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