Quando insegnavo ad Architettura in piazza Leonardo, per il 16 giugno 1999 (anniversario dell’Ulysses di Joyce) organizzai con gli studenti una festa lunga un giorno (titolo: A Day in the Life) nel patio del Poli. Da un rottamaio comprammo il motore di un furgone, e in otto lo piazzammo al centro del patio (motore e sangria li pagammo vendendo il cd masterizzato del primo lp dei Lounge Lizards , al cui bassista Steve Piccolo era piaciuta assai l’idea). Durante il Day, chi voleva si alternò (in tuta bianca greenpeace) a smontare il motore con gli attrezzi del caso (dal cacciavite alla mazza): i suoni, incantevoli, si mischiavano con tutto, le parole, le performances, le musiche, le bibite…
Diversi anni dopo Steve m’invitò a un recital di Gerard Malanga. Rimasti alla fine in tre, farneticai del ragazzo ubicuo. Gerard aveva una poesia inedita su Guy Debord, Steve propose di “recitarla” l’indomani in una deriva, e il libretto era già nato: bitesto ai lati (originale della penultima versione a sx, traduzione mia dell’ultima a dx), al centro un miniCD con la registrazione.
Tutto bene, fin troppo bene, perché il diavolo lavorò subdolamente nel dettaglio: a libretto già cucito, sul frontespizio invece di Gerard campeggiava Gerald! Gerard o Gerald che fosse, il nostro andò in escandescenze; Steve esigeva che si ristampasse tutto; io nicchiai nicchiai nicchiai… e il libretto restò impilato, in attesa dei topi. Ripensandoci adesso, potrebbe avere ancora più valore, col suo refuso d’artista: Steve, se ci sei batti un colpo!
It wasn’t the Normandie coast, per se. It wasn’t stinky cheese
or osprey clamouring on the one last available rock
before the tide seethes, turning up lost toys, bottle-tops,
a starfish or two, according to what,
except for moonlit serenades, but no moon and who’s serenading?
Wasn’t anything you can pinpoint exactly – unrelated plots,
the turn of the century before last or the day before yesterday
or the prelude before the storm finds its way inland flat out.
Still no sign of the mailman or the loundry delivery.
Still no hints and clues along the rue de Vogue
as to what he’d been doing out of the limelight
or those last years marked for obscurity before taking the plunge.
Was he pencilling in a few notes before winter not to forget?
Was he dipping a week-old baguette
into coffee? Was there anything left
to relocate – the mimeo cobwedded
and tarped in a barn at the town’s edge,
a sheaf of hand-stencilled posters, peeling maquettes,
a note or two to a girlfriend. You gotta be kidding?
Still no word as to what happened next.
Any number of maybes.
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Non era la costa normanda, in sé. Ma più entroterra. / Non c’era formaggio puzzolente o falco pescatore / schiamazzante sull’ultimo scoglio buono / prima che la marea ribolla scaraventando su balocchi, tappi, / qualche stella marina lì per cosa, / se non per serenate al chiar di luna, ma dov’è luna e chi sta mai cantando? / Non c’era nulla tramite cui orientarsi esattamente – trame sconnesse, / l’altro cambio di secolo o l’altro ieri / o il preludio al maelstrom. / Non un segno del postino o la consegna della biancheria. / Zero indizi e notizie lungo la rue de Vogue / su cosa avesse fatto lontano dai riflettori o in quegli / ultimi anni segnati dall’oscurità prima di decidersi. / Scriveva a matita pochi appunti prima dell’inverno? / Immergeva nel caffè una baguette vecchia di settimane? / Era rimasto qualcosa / da discutere – il ciclostile coperto di ragnatele / e impaccato in un fienile ai margini della città, / fasci di poster tirati a mano, maquette squamate, / qualche appunto per un compagno a Parigi. Les Halles da tanto andate. / Non una parola su quanto accadde dopo. / Un certo numero di forse.
pOrtrait of Malanga as a Young pArtyst
http://youtu.be/4nbuadkE59U
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