Allora ve lo dico così senza mediazioni, i pavoni mediatici sono il diavolo, non scherzo, essi (Sua Necrosi Moltitudine) sono Satàn, l’Avversario, la gangraena, la cascata di topi, li maledica il dio della fatica. Dedico loro una poesiola di A. M. Ripellino nella speranza ingenua che domani pouf scompaiano, come la cascata di topi in Dracula di Coppola, sebbene non siano mai stati. Se nota que estoy cabreado?
Astres! Je ne veux pas mourir! J’ai du génie!
Jules Laforgue, Éclair de gouffre
Sonare su un violino in fiamme
una mia seguidilla,
prima che cada il sipario come una ghigliottina.
Mi piace il fragore, il bailamme,
ma la mia vita arlecchina,
veliero viluppo di stracci,
con la sua gracile chiglia
si impiglia in un groppo di ghiacci.
Avanzare con grandi falcate di goffa pavana,
gonfiarsi come una rana.
Riempire di propri scartafacci la stiva,
sognare che il nome
fra tanto oblio sopravviva.
Quanta enfasi, quanta arroganza cetrulla.
O vita, o Hanna Schygulla,
sciantosa di varietà, sulla riva
del Nulla.