“Antonin Artaud: attore, poeta, aspirante mago, teorico di una crudeltà intesa come adesione incondizionata al reale oltre che esibizione scandalosa di brutture e patimenti, negatore allucinato del Cristo stesso, in cui pure aveva preteso d’immedesimarsi. Suicidato dalla società, il suo corpo cedette il 4 marzo 1948 dopo anni di orribili sofferenze in ospedali psichiatrici”. Con queste parole Alessandro Zaccuri presenta il protagonista di “Lei delira, signor Artaud” di Pasquale Di Palmo (Nuovi Equilibri), sillabario in ventun voci per scoprire l’irrequieto scrittore francese.
(Alessandro Zaccuri, Avvenire pag. 25, 7-1-2012)