Dodici anni dopo l’istituzione della Giornata della Memoria, il rischio è quello del rito consolatorio, dell’abitudinaria e stanca rievocazione della Shoah e dei sei milioni di ebrei sterminati dal nazifascismo. Bisogna averlo presente questo rischio per sfuggirlo, evitando di mettere a tacere la coscienza, dandole in pasto i 60 mila italiani che ogni anno si recano ad Auschwitz o le decine di incontri nelle scuole. L’assuefazione, la banalizzazione sono in agguato, pronte a divorare la Memoria fingendo di tutelarla. E Stefania Consenti ci propne questa riflessione con “Il futuro della Memoria” (ed. Paoline, pp.138), un libro che infrange la ritualità e cerca nuovi modi di affermare il rifiuto della disumanità.
(Achille Scalabrin, Qn, pag. 32, 27-1-2012)