Jean-Yves Cendray è uno scrittore noto per lo humour nero e le tinte fosche dei suoi romanzi, che raccontano di rabbia ed eccessi. Il sottotitolo di “Mélancolie vandale” (Actes Sud), il suo ventesimo romanzo, annuncia però un “roman rose”. In realtà, il sottotitolo è un’antifrasi ironica, che annuncia una tragedia burlesca. Le tracce di rosa nel racconto di Cendray rientrano nell’universo particolare dell’autore e rimandano ai muri della prigione Moabit di Berlino, “vecchi mattoni di un rosa scolorito, circondati dal filo spinato”, dove lavora Kornelia Sumpf, l’antieroina del romanzo.
(Raphaëlle Leyris, Le Monde, 24-12-2012)