Un inedito di Friedrich Dürrenmatt esce sul nuovo numero di “Limes”: l’autore svizzero spiega perché i testi devono essere diversi dal parlato. “Chi parla una lingua troppo bella ha un che di provinciale – dice Dürrenmatt – La lingua che si parla è spontanea. La lingua che si scrive sembra spontanea. In questo ‘sembra’ sta tutto il lavoro dello scrittore. Ci sono critici che mi rimproverano perché nel mio tedesco si sentirebbe il bernese. Io spero che si senta. Io scrivo un tedesco che è cresciuto sul terreno del bernese. Sono felice se gli attori amano il mio tedesco. Io però amo il bernese, una lingua che per molti aspetti è superiore al tedesco. La lingua che scrive parla solo attraverso le sue opere”.
(la Repubblica, pag 41, 28-12-11)
