E se la dominazione non fosse solo una filosofia di vita, ma una professione full-time?
Ne parliamo con Alessandro – raggiunto telefonicamente nella sua playroom nonché villa d’epoca nella quale dimora – dispensatore di consigli e Maestro BDSM di lunga data sebbene di giovane età. Con lui svisceriamo un ruolo per mostrare una identità umana, empatica e fortemente improntata al piacere reciproco. Soprattutto strappiamo insieme un altro velo per sfigurare quel volto insopportabile che ancora circola nel nuovo millennio: l’ipocrisia.
Il covid sembra aver allentato le restrizioni mentali di alcuni, basta guardare al boom di vendite di sex-toys, oltre a un marcato interesse per i cosiddetti argomenti tabù, tanto decantati per ciò che sprigionano ma a tutti gli effetti ancora ingabbiati nello scrigno dei desideri reconditi. Qual è il tuo punto di vista?
La situazione attuale ha sicuramente favorito la demolizione di quelle che potevano essere le loro barriere mentali e fisiche. Molte persone hanno preso la palla al balzo saltando a piè pari il filo spinato delle incertezze concedendosi al sexwork-online. Vuoi per il periodo storico vuoi per tanti altri motivi, la vendita di scatti e video intimi è diventata la think-best-thing del momento. Se prima la situazione economica ti garantiva una certa stabilità, oggi appare normale mostrarsi o esibirsi in cambio di una gratificazione sul proprio conto corrente. La ragazza/donna a cui ieri molti avrebbero volentieri chiesto, dietro corrispettivo, di mostrare i piedi, di fatto rifiutandosi, oggi è più propensa a esaudire questo desiderio altrui cavalcando un intimo capriccio sfizioso sino a quel momento celato. Moltissime ragazze/donne si sono buttate a capofitto in questo business facile e immediato.
Non credi sia più un gesto di disperazione da ascrivere al momento storico, mortificando tutto ciò che ruota attorno al fetish e all’esibizionismo nudo e crudo in termini di “credo”?
La maggior parte di queste persone sfruttano feticismi e esibizioni solo ed esclusivamente per una questione economica: hanno realmente bisogno di soldi e si sentono in qualche modo “scusate con se stesse” e con gli altri per ciò che fanno. Quindi in sostanza approfittano del momento per concedersi agli altri e a se stesse sotto una nuova veste, spesso totalmente inedita. Che cosa potremmo dedurne? Molte di loro scopriranno dei lati inconsapevoli di sé grazie a queste scusanti attive. Sono inoltre convinto che ne beneficeranno in termini di apertura mentale e predisposizione alla scoperta di varianti sessuali. Questo fenomeno porta automaticamente a una maggior consapevolezza e conoscenza del proprio corpo, alimenta la relazione social (che può sfociare nel reale) tra persone che molto probabilmente non si sarebbero mai incrociate prima. Ti porto l’esempio della ragazza che lavorava come commessa e che oggi sfrutta la cam pay-per-view: è una bella ragazza, piacevole, le sue migliori amiche lo vengono a sapere e il meccanismo che si genera permette di affrontare argomenti un tempo proibiti con la stessa facilità con cui si chiacchiera al bar. Si abbattono barriere, aumenta la sicurezza e la consapevolezza e si comincia a scavare alla ricerca di nuove informazioni ed emozioni.
Qual è il target maggiormente attivo secondo te?
Al di là del fatto che poi molte persone nel tempo tendano a rinnegare il loro passato esibizionista per mera vergogna sociale, tendenzialmente faccio riferimento alle nuove generazioni dai diciotto anni in su. Spesso non sanno nemmeno parlare l’italiano correttamente ,eppure sono già pratiche di certe esperienze che tempo fa avremmo fatto solo dopo i 25 o 30 anni. Per cui più conoscenza, più dimestichezza e col tempo maggior consapevolezza (è sempre il discorso di prima). Il web consente anche ai quarantenni e cinquantenni di essere dei punti di riferimento attivi. Ma più si va avanti con l’età più cambiano i parametri esperienziali. È evidente che una persona matura abbia già sperimentato in un’altra fase storica, ma ciò non toglie che il fenomeno delle nuove generazioni non possa che concretizzarsi a lungo andare. È quello che ovviamente mi auguro, data la mia posizione sociale.
Come trasferire lo sfizio, il sogno o il desiderio dalla fantasia al piano fisico (al di fuori della frequentazione dei night club)?
Esistono delle community (forum, chat) con persone sparse in tutta Italia. Nel pieno rispetto altrui in termini di privacy e di interesse alla condivisione di una determinata passione, le persone si incontrano per un aperitivo conviviale e ne approfittano per conoscersi e cominciare a frequentarsi anche in altre occasioni (col termine “munch” si intende un incontro informale tra persone che praticano o che sono interessate al BDSM e altre pratiche fetish e kink; lo scopo principale è socializzare e scambiare esperienze nell’ambiente, e anche aiutare chi si avvicina al BDSM a conoscere altre persone ed essere meglio informati, nda).
Ma quante persone realmente partecipano a questi incontri?
Parliamo pur sempre di un ristretto numero di persone che hanno il coraggio e anche la volontà di mostrarsi per quello che sono senza timori. Chi si espone è sempre in netta minoranza rispetto a chi è realmente interessato. I pregiudizi e i tabù sono ancora molto forti nella nostra società e mi rendo conto che non sia affatto semplice superare queste barriere. La mia prima esperienza, nonostante fossi mentalmente prediposto, non fu semplice perché ci vuole comunque una buona dose di sfrontatezza e di coraggio nel ritrovarsi con persone sconosciute a parlare di certe tematiche, anche molto intime. E io sono un ragazzo, quindi figuriamoci per una ragazza/donna al primo passo. D’altronde da qualche parte si deve pur cominciare e quando ti rendi conto di dialogare con altre persone normalissime come te, sei a metà dell’opera. Se una persona non si confronta mai in modo diretto e reale con gli altri, non potrà mai acquisire fiducia in se stessa. L’esperienza è fondamentale, sia in termini di contatto fisico che in termini di perserveranza nell’affrontare certi argomenti e farli tuoi per consolidarli nella tua vita. Il lato teorico deve incontrare il lato pratico prima o poi.
Il tuo sito personale è un ricettacolo raccomandato per tutti coloro che vogliono toccare con mano il mondo del BDSM.
Mi presento in modo completamente aperto e trasparente, mettendo anche nome e cognome in bella mostra. Tutto quello che faccio è sul mio sito. Foto, spiegazioni di tutte le pratiche e via discorrendo. Chiaramente la persona che si affaccia per la prima volta al mio link sa già cosa può aspettarsi o comunque si è già fatta un’idea (non ci capiti per caso). Conosco ogni pratica del mio settore perché questa è la mia vita. E alla domanda “Cosa fai nella vita?”, ovviamente la risposta non può che mettere in imbarazzo o incuriosire all’inverosimile il mio interlocutore.
Spesso mi fanno domande insolite, ma non ho problemi a rispondere a tutti anzi, onestamente mi diverto anche un po’. In Italia ci sono pochissime persone che praticano a un livello medio-alto e con questa predisposizione. A essere sincero, credo di essere l’unico ad averne fatta una minuziosa professione full-time. La maggior parte dei Master lavora come escort e non li posso considerare dei concorrenti.
Come nasci e/o diventi Master?
Il mio interesse nasce in pre-adolescenza. Mi sono iscritto al primo forum intorno ai quattordici anni leggendo e approfondendo diversi argomenti. Un po’ alla volta ho cominciato a fare miei concetti e temi. Conoscere e capire è stato il primo scalino, poi gradualmente ho composto il puzzle della mia consapevolezza con la necessaria cautela. Sono partito dal farmi una idea generale all’entrare nel dettaglio: dominazione, sottomissione. Avevo bisogno di una bella infarinatura e soprattutto avevo l’esigenza di cogliere le varie sfumature del BDSM.
Il mio percorso esperienziale nasce con la sottomissione. D’altronde non potevo mettermi nella condizione di voler strafare col rischio di mettere in soggezione il partner nel prendere delle decisioni azzardate. Per cui sono partito da matricola e mi sono fatto le mie belle esperienze a partire dai 18-19 anni, Decadence compreso (party ormai conosciuto in tutt’Europa: goth, fetish, meeting point, musica electro, esposizioni d’arte, couples’ room, play area e tanto altro, celebrato solitamente al Red Club di Bologna con concerti, dj set, spettacoli di burlesque e fachirismo, performance di body art, body modification e fetish, bondage e installazioni video, nda). Dovevo capire bene cosa mi piacesse e cosa no, se mi piacesse farmi sottomettere o meno. Ho scritto un articolo su come sia fondamentale affrontare questo passaggio per comprendersi e definirsi nei minimi particolari. Sono una persona a cui piace di tutto, mi piace il sesso e mi piace il sadomaso, come il kink (nella sessualità umana il termine inglese “kink” descrive una gamma di pratiche sessuali non convenzionali, che spesso hanno affinità col BDSM, usate come mezzo per rafforzare l’intimità all’interno di un rapporto di coppia, nda) e in sostanza non esiste qualcosa che mi blocchi in tal senso. Ritengo fondamentale fare le cose con la persona giusta, nel momento giusto e nella situazione giusta. L’empatia è l’elemento primario alla base delle mie relazioni col partner, devo riuscire in qualche modo a sentirmi nei panni dell’altra persona e costruire un ponte mentale-emotivo molto forte.
Una filosofia del reale, l’empatia del reale… Non vi è quindi una trasposizione da “fiction” che parte da un tuo copione, non imponi una recitazione al partner, scavi a fondo al fine di tirar fuori la pura autenticità sempre e comunque?
È fondamentale sapere cosa desidera e sapere quali sono i suoi limiti. E cosa gli piace o non gli piace, a partire dalle fantasie. Perché ovviamente più cose si riescono a conoscere della persona e meglio si riuscirà a gestire la situazione. La conoscenza, come sempre, porta alla comprensione e facilita il raggiungimento del massimo piacere. Chiaramente spetta a me capire come elaborare tecnicamente la richiesta, per cui volendo immaginare di dover scrivere un copione, la sceneggiatura la scrive il partner con la mia supervisione. La regia e il montaggio spettano a me. La mia volontà si plasma con la volontà altrui, non impongo mai un qualcosa che l’altro non si aspetta, verrei meno al desiderio di provare un piacere reciproco. Quindi a meno che non si tratti di una punizione studiata a tavolino da entrambi, l’approccio è sempre a doppio senso. Mi piace insegnare, proporre e istruire il partner, ma nulla accade per puro caso o per mia invettiva e/o capriccio personale.
La scrittura privata consenziente è una valida forma di tutela?
È molto comune e si fa spesso. Consiste in una scrittura tra le parti in cui ci si fanno delle promesse quasi alla stregua di un contratto matrimoniale. Ma non è il mio caso, o perlomeno non è così frequente. La scrittura alla fine dei conti è fatta per non essere rispettata perché poi, spesso e volentieri, subentrano dinamiche condivise che cambiano le carte in tavola. Per cui preferisco più parlare di mental-agreement. Poi, ovviamente, dipende da persona a persona,. Ma non può esistere in termini ampi un giusto per tutti e uno sbagliato per tutti, semmai un giusto per quella persona e un giusto per quell’altra.
Nei forum dedicati si discute spesso su come si debba fare una cosa piuttosto che un’altra, ma in linea generale quello che conta è godere. Non è come andare in autostrada, avere tre corsie e tendenzialmente avere una guida consona alla posizione che si occupa. E non è nemmeno come schiacciare l’acceleratore per far andare la macchina o frenare per rallentare e fermarsi. Non può essere tutto meccanico e prestabilito, la perfezione assoluta è quella che ci porta a godere pienamente del momento, che possa essere stato pensato esattamente come lo si compie o viceversa che possa essere frutto dell’improvvisazione. Si deve sempre partire dal presupposto che la volontà è quella di partire insieme e arrivare sino in fondo insieme, consensualmente.
Satisfiction ha sete e fame di conoscenza, da sempre, quali testi e quali pellicole ti senti di consigliarci?
Dipende tutto da qual è lo scopo con cui si vuole approcciare all’argomento. Ci sono libri descrittivi e altri romanzati. Consiglio BDSM, di Ayzad, molto chiaro sulle varie pratiche e dinamiche di dominazione,. Ovviamente si tratta di un punto di vista su una realtà che ciascuno di noi può percepire in un modo piuttosto che in un altro. Un altro testo è Guida al kink, di Tristan Taormino, l’ideale per conoscere a fondo tecniche, filosofie ed esperienze dal kinky-world, con varie sfumature dalla pratica alla psicologia. Il mio film preferito è Secretary, di Steven Shainberg, con James Spader e Maggie Gyllenhaal, l’ideale trasposizione in un piano del reale di quella che si può intendere come una verosimile relazione BDSM senza freni inibitori, una sorta di storia romantica dall’innamoramento all’identificazione di un desiderio comune totalizzante. Come piattaforma web invece consiglio The Training Of O, video di qualità da cui trarre spunto.
Samuel Chamey