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Intervista surreale al fantomatico stagista Berto, del blog satirico “Lo Sbrego”

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Di seguito un’intervista surreale al fantomatico stagista Berto, misteriosa figura del blog satirico “Lo Sbrego”.

Carlo Tortarolo

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Sto parlando con Berto lo stagista giusto?

Esatto

Tu sei una figura importante de “Lo Sbrego” questa blog-rivista di satira surreale che è una delle più importanti che oggi ci sono nell’ambito della satira surreale sotto il format della notizia fake.

Sì, intanto diciamo che sono importante perché gran parte del lavoro lo faccio io perché di tutta la redazione: il direttore non fa altro che gridare, gli altri gli devono correggere gli articoli; quindi, gran parte del lavoro viene fatto da me che sono anche quello meno pagato.

Per quanto riguarda l’importanza della rivista siamo onesti è una copia di Lercio nata molto più tardi. Per me è importante perché è il mio lavoro ma è lo specchio in cui Lercio può vedere i suoi limiti.

L’idea è stata quella di portare Lercio a un livello successivo.

Cosa intendi con “livello successivo” qual è lo scopo della vostra rivista?

Lo scopo è quello di far riflettere le persone e dare uno strumento a gente che lavora tutto il giorno e si trova a combattere con complotti e altre cose e non ha il tempo di combattere contro i complottisti.

Queste persone possono avere un bell’articoletto su un argomento specifico (ce ne sono tanti) pronto da sparare nei blog dei complottisti senza far fatica. L’unica cosa che devono fare è mandare questo articolo.

Lo scopo dell’articolo è far divertire chi capisce e mandare in loop invece chi non capisce.

Cioè, il complottista leggendo quell’articolo dovrebbe rimanere bloccato e scervellarsi.

E mentre si scervella evita di scrivere altre cazzate.

Questo è lo scopo etico secondo la direzione che io in parte condivido.

Poi c’è una piccola porzione dei vostri pezzi che è dedicata a notizie realmente accadute nelle quali viene apposto un timbro di qualità.

Quando mi sono trovato a fare tutto il lavoro (son due anni che lavoro) evidentemente ho sentito la fatica di fare tutti questi articoli quindi mi sono detto: -prendiamo anche qualcosa di reale ma che sia surreale in questo senso-.

Il punto è che cercandone un po’ ho visto che ci sono un sacco di notizie vere che superano di gran lunga quelle che sono le fantasie e quindi mi son detto: -bene farò vedere che il mondo è più assurdo di quello che pensiamo mettendoci il bollino-.

Immettiamo il bollino quando la notizia è vera, cioè, diciamo: -attenzione questa è una notizia vera-.

Facciamo il contrario di quello che fanno i giornali seri. Però lo scopo è sempre lo stesso, cioè, far riflettere le persone sulle notizie vere di quanto sia assurdo il mondo questo è lo scopo etico cioè: non vi stupite troppo, non vi scandalizzate troppo perché il mondo è più assurdo di quello che ci aspettiamo.

Le nostre fake news sono un modo per combattere il complottismo.

Che consiglio daresti a chi vuole fare questo lavoro a chi vuole costruire una realtà di questo tipo?

È un settore difficile perché di letteratura non si mangia, devi avere una motivazione estetica o etica e del talento, ma quello lo diranno i lettori.

Devi avere la volontà di fare qualcosa che ti piace e poi provare a comunicare e metterti in gioco e vedere che cosa gli altri dicono di te non spaventandosi quando molti diranno male perché nel nostro caso siamo iper-attaccati. Ovviamente ma è normale, fa parte del gioco, non ci si deve stupire.

Se posso dire l’aneddoto che io, Berto, cominciai scrivendo un altro giornale più grosso e poi decisi di passare a questo dove mi accettarono.

Indicami qualche articolo che vorresti segnalare?

Ad esempio, il pezzo sulla “Sindrome dello stronzo” entrata nel DSM6 è un articolo molto di nicchia che ha avuto successo ed è evidentemente una fake news.

Però al giorno d’oggi per niente improbabile…

Poi, un paio di inediti che hanno avuto successo, uno sulla biografia di Jorge da Burgos prima di entrare in convento, cioè, la recensione di un finto inedito di Umberto Eco, un libro che non esiste: Le folli notti di Jorge da Burgos.

Poi, ha avuto successo un finto inedito di Villaggio che è Fantozzi non ha ancora subito che racconta la giovinezza di Fantozzi.

Uno dei pezzi che mi è piaciuto di più invece è l’articolo sulla JinxTour (Jinx vuol dire sfigato) che è un operatore turistico che vende vacanze di merda. L’intento è quello di creare un tour operator che organizza vacanze di merda e questo ha avuto un po’ di successo e, secondo me, è anche carina come idea.

Avete avuto richieste?

No, per adesso abbiamo ricevuto solo insulti e qualche complimento.

Se qualcuno le chiedesse sareste disposto a organizzarle?

No ma, secondo me, esiste un mercato vacanze in cui i trasferimenti son fatti con la mafia locale, gli hotel sono in mano alla criminalità, eccetera e sei sicuro che non torni e se torni lo fai senza soldi perché ti hanno rubato tutto.

L’idea è carina e per un’avventura questo tipo il mercato ci sarebbe anche se non sta a noi che siamo redattori e non siamo intenditori del turismo.

Grazie mille per il tuo racconto.

Grazie mille a te e a Satisfiction.

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