Scritta da Sereni nel 1957. Mi ricordo Roberto Sanesi quella volta che mi disse che la poesia non migliora con gli anni. O mi aveva detto il contrario? Non ha alcuna importanza quando si è capito (era ora!) con Giordano Bruno che “… chi vuol sapere massimi secreti di natura, riguardi e contempli circa gli minimi e massimi degli contrarii e opposti. Profonda magia è saper trar il contrario dopo aver trovato il punto d’unione.”
Si trova in “De la Causa, Principio et Uno”, lo dico a te raffinato filologo che frequenti questo aperto mercato pieno di mosche.
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Io non so come sempre
un disperato murmure m’opprima
nell’aria del tuo mezzogiorno
tanto diffusa ai colli dentro il sole
tanto quaggiù gremita e fumicosa.
E non è fiore in te che non m’esprima
il male che presto lo morde,
non per finestra musica s’inoltra
che amara non ricada sull’estate.
Invano sotto San Luca ogni strada
voluttuosa rallenta, alla tua gioia
sono cieco ed inerme.
E l’ombra dorata trabocca nel rogo serale,
l’amore sui volti s’imbestia,
fugge oltre i borghi il tempo irreparabile
della nostra viltà.
Una poesia da “Frammenti di una sconfitta Diario bolognese”, di Vittorio Sereni, Milano, Scheiwiller, 1957.