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Ito Ogawa anteprima. Nella Casa del Leone

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Nella Casa del Leone è l’ultimo romanzo della scrittrice giapponese Ito Ogawa per Neri Pozza e ha come protagonista Umino Shizuku, una donna trentatreenne malata terminale di cancro che ha deciso di trascorrere gli ultimi giorni della sua vita sull’Isola dei limoni, nella regione di Setouchi; isola così denominata perché lì un tempo di limoni se ne coltivavano in grande quantità.

Sarà lei, in prima persona, a raccontare ciò che le scuoterà l’animo e il corpo dal momento in cui approderà sull’isola. Ha scelto di arrivarci sola dopo aver salutato tutti i suoi amici e vietato loro qualsiasi successivo contatto, ma non ha reso partecipe delle sue decisioni il padre, suo unico parente. Padre che in realtà è uno zio che l’ha adottata poco più che neonata quando i suoi genitori naturali morirono in un incidente d’auto. Le sue volontà, poi, le ha consegnate a un avvocato.

Le chemioterapie non hanno rallentato il tumore che è ormai degenerato al quarto stadio. Per questo Shizuku ha voluto trasferirsi nella Casa del Leone, una casa di cura alternativa per pazienti terminali, rifiutandosi così di sottoporsi a qualsiasi ulteriore accanimento terapeutico e rendere meno traumatica la dipartita da questo mondo, avendo, come ultimo desiderio, di poter guardare il mare nei suoi ultimi giorni, e di rimanere a contatto il più possibile con la natura.

Questa struttura è gestita da una carismatica donna, Madonna, e dai molti volontari che con grande dedizione e infinita umanità accudiscono gli ospiti gestendo le loro esigenze e accompagnandoli quotidianamente; presenza e assistenza che non fanno mancare neppure nel momento del loro trapasso. Diritto primario dei pazienti, e unica vera importante regola della casa, è che si possano sentire liberi di agire nella loro quotidianità. A tutti loro poi vengono affiancate terapie inusuali, come per esempio quella del vino alla morfina, o, all’occorrenza, la sedazione che viene presentata come in una favola, ossia come la notte della Bella addormentata. Inoltre, alla domenica pomeriggio c’è l’appuntamento con lo spuntino dove, attraverso apposite lettere scritte a mano e poi sorteggiate a caso, ciascun malato ha la possibilità di richiedere di poter far cucinare un dolce che gli evochi un sentimento di quando era bambino. Da sottolineare che in tutti i pasti che vengono offerti, il cibo diviene una sorta di rituale ed è considerato dalla stessa Madonna una cura e una consolazione per l’anima di tutti.

Shizuku vive le ore che le restano amplificando notevolmente la propria spiritualità: sola e lontana dal mondo sino a quel momento conosciuto, sarà in grado di darsi importanti risposte sugli anni trascorsi e sullo svilupparsi della malattia, arrivando a comprendere il significato della sua vita e della sua esperienza umana:

Ora che il mio corpo si indebolisce giorno dopo giorno smarrendo la sua mobilità, il mio spirito reagisce acquisendo una vivacità sorprendente. È una scoperta strabiliante, come se la mia sensibilità si fosse amplificata e riuscissi a vedere e sentire cose che prima mi erano ignote”.

È certamente questo un romanzo struggente e intenso che coinvolge il lettore in un turbinio di suggestioni ed emozioni che potrebbero lasciarlo sgomento mentre legge sulla pagina, senza mistificazione alcuna, parole che descrivono il fine vita di una giovane donna come una situazione naturale e semplice, tanto quanto con naturalezza leggiamo le descrizioni del suo decadimento fisico.

Parole che raccontano esplicitamente sia delle forze che abbandonano il fisico, sia dell’importanza di lasciare il corpo serenamente, in pace con se stessi e con gli altri, ipotizzando cosa potrebbe accadere dopo la morte nel passaggio all’aldilà, nel tempo futuro di un’altra dimensione.

L’ineluttabilità della fine, che a quello stadio sopraggiungerà molto velocemente, può incutere apprensione e timore, ancor più se l’individuo di cui si racconta è nel pieno fulgore della sua età. E, sottolineando questo aspetto, è indubbiamente significativa la scelta dell’autrice di utilizzare una precisa età per la sua protagonista, trentatré anni come gli anni di Gesù crocifisso.

E poi, potrebbe essere particolarmente toccante per il lettore condividere le sue parole quando farà dire a Shizuku quanta voglia di vivere sia indispensabile avere per poter abbandonare con gioia la corporeità:

Sono grata una volta di più a tutto e a tutti per serbare ancora dentro di me questa cosa meravigliosa che chiamiamo vita. Questo giorno e tutto ciò che sta accadendo in questi istanti sono resi possibili dalla forza della vita, sebbene sia soltanto una forza ormai così fragile che anche solo una corrente d’aria potrebbe portarla via”.

Con uno scorrere limpido e lucido, servendosi di un realismo quasi accecante, Ito Ogawa ha la capacità di toccare corde molto sensibili dell’animo umano facendole vibrare con inaudita intensità. Emerge una profonda fede e una fiducia incommensurabile perché, ci dirà, finché la vita è presente è indispensabile colmarsi di gioia ed essere riconoscenti, anche se la certezza della morte è vicina.

C’è infinita compassione per il proprio percorso terreno, c’è un’esistenza che diviene Amore puro:

Sono all’epilogo della mia esistenza. La cristallizzazione finale del tempo che ho trascorso in questo mondo. Se non gioisco io stessa per la vita che ho vissuto, chi altri potrebbe farlo? Ora avrei voglia di abbracciarmi da sola, stringermi forte tra le mie stesse braccia ed essere felice. Vorrei dirmi brava! per tutto ciò che ho fatto, per come ho saputo reagire andando oltre la sofferenza”

Chiara Gilardi

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Gentile signora Umino Shizuku,

mi perdoni se la disturbo.

Innanzitutto, vorrei ringraziarla per essersi rivolta a noi e per la sua gentile telefonata. Mi dispiace che non mi abbia trovata in sede, ma avevo un impegno altrove e me ne scuso.

Come va? Spero che stia un po’ meglio. Noi siamo pronti ad accoglierla, il 25 dicembre, giorno di Natale! Le forniremo tutto il necessario per la vita quotidiana (lenzuola, coperte, spazzolino da denti ecc.), ma le ricordiamo di portare con se indumenti a sufficienza, abbigliamento intimo compreso, sebbene avrà la possibilità di acquistare qualcosa anche qui, in caso di estrema necessità.

Come ben sa, dal momento che ci troviamo lontano dai grandi centri urbani, non siamo in grado di soddisfare con sollecitudine le richieste dei nostri ospiti. Confidiamo nella sua comprensione.

Quantunque sia possibile raggiungerci anche via terra, le suggeriamo vivamente di usufruire del traghetto. In questo modo avrà l’opportunità di ammirare il panorama e assaporare l’incredibile e rilassante paesaggio della regione di Setouchi.

Infine, le assicuriamo che faremo del nostro meglio per rendere indimenticabile la sua permanenza da noi. A questo punto non mi resta altro che augurarle buon viaggio. Non vediamo l’ora di fare la sua conoscenza.

Con viva cordialità,

Madonna

Direttrice della Casa del Leone

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© 2019 Ito Ogawa
© 2024 Neri Pozza Editore, Vicenza

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Ito Ogawa, Nella Casa del Leone, Neri Pozza, tr. Gianluca Coci, pp. 221, euro 18,00, e-book 9,99

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