In bilico tra biografema, memoir e saggio letterario la messicana Jazmina Barrera ci consegna un’atipica ed errabonda narrazione intorno ai fari. Con il Quaderno dei Fari, edito da La Nuova Frontiera nella traduzione di Federica Niola, la studiosa di letteratura ci accompagna in una singolare autobiografia costellata da visioni, excursus, spaccati interiori, sensazioni e lezioni di alta letteratura con un approccio emotivo e delicato, critico e profondo quando serve. Il leitmotiv della solitudine serpeggia all’interno non solo della struttura faro ma nell’esegesi stessa della sua natura, entità statica che affronta l’ignoto della notte e della sua natura proteiforme e ineluttabile e la forza imperitura del mare. Il faro è l’elemento artificiale che sorveglia la natura, è figlio dell’uomo ma quando ormai è costruito sembra allontanarsi dalla dimensione antropica, sfuggente e solitario si appropria di una bellezza eremitica, sacra e profana; il faro è funambolo tra il mezzo umano e l’espressione naturalistica.
Con piglio accademico e curiosità aneddotica l’autrice ci presenta diversi autori impelagati nella maglia di sospiri e luci accecanti dei fari; grande è l’attenzione alla famiglia Stevenson, famosa per aver dato alla luce non solo all’autore de L’isola del Tesoro ma a una prodiga generazione di costruttori di fari e di esperti delle maree inglesi. Interessante il parallelismo che può concretizzarsi tra lo sciabordio delle onde degli oceani e la memoria, l’autrice stessa immagina come il faro aiuti una focalizzazione esterna-interna (a doppio binario) verso il mondo di fuori al punto di portare informazioni, sedimenti di esperienze e ricordi da una prospettiva amplificata, come se il dissipamento della notte le permettesse di scorgere una nuova luce cognitiva. Tale sperimentazione non è assoluta, ma si verifica a fasi alterne come è variabile l’emissione luminosa dei fari, grazie ai loro ritmi prestabiliti e calcolati.
Vi invito a naufrgare tra queste isole di inchiostro disseminate da Barrera dentro il suo diario meta-naturalistico, sarete soli tra le beatiduini del mare che riempie gli interstizi dell’anima. Soli ma in compagnia di Virginia Woolf, Melville, Walter Scott e molti altri. Barrera ha creato l’estetica dell’isolamento, quello di Pessoa, affollato da immagini eterne del mare.
Jazmina Barrera
La nuova frontiera
traduzione: Federica Niola
15 euro
128 pagine