“il mondo per metà è sempre nelle tenebre; e la fantasia, come la poesia, parla il linguaggio della notte.”
Ursula K. Le Guin. “Il linguaggio della notte”
Molti sostengono che solo Maria ci apre le porte del cielo, altri vedono nel ripetersi di un suono e nelle profondità di certe espressioni la stessa possibilità. Altri ancora colgono solamente la complessità del linguaggio, il succedersi dei desideri e delle parole. Altri come Emily Dickinson e molti di noi sono ancora fuori con la lanterna a cercare loro stessi, a cercare quella parte del mistero non detto, del segreto non del tutto svelato che è la vita.
E lo fanno portandosi dentro le poesie, mentre ad ogni nuovo passo “le cose sbocciano, e si aprono e cantano”.
“Ora chi scrive – ci dice Jennifer Berne – autrice di questo libro dal titolo “Le parole hanno le ali, vita straordinaria di Emily Dickinson (illustrato da Becca Stadtlander, Trad. Beatrice Masini, edito da Rizzoli), comincia a giocare con quelle parole: le mette in ordine, le sposta, ne aggiunge, le toglie, costruisce, scolpisce, finché tutto suona giusto, finché la è creazione terminata. Così che nasce una poesia”.
In questo albo illustrato possiamo seguire la vita di Emily Dickinson e cercare di afferrare il suo sguardo, frugare tra le sue cose, nella sua stanza cercare qualche oggetto e sentire come lei che “ la gioia grande è dentro”, nel mondo interiore, nell’attesa di un cambiamento.
Le illustrazioni di Becca Stadtlander sono ispirate ad immagini vere, la casa dove è nata e vissuta Emily ad Amherst nel Massachusetts, la lampada ed un piccolo cestino.
E tutti questi oggetti col tempo iniziarono come a dissolversi e lasciarono il posto a milioni di parole, ad innumerevoli poesie “che volarono via nel futuro e in tutto il mondo”.
“Io abito nella Possibilità
Una casa più bella della prosa
Più ricca di finestre
Più nobile di porte…”
Edoardo M. Rizzoli