È ovvio: si tratta di comprendere (e insegnare ciò è apprendere) che la speranza non è un atto sentimentale, ma una azione che forza la realtà circostante per migliorarla e maggiore è la forza migliore e più vasta è l’azione.
Ecco qui sotto due immagini tratte da China di Kircher che ho visto alla Biblioteca civica Gambalunga di Rimini; per essere precisi il libro, 230 per 360 mm, è intitolato così: “Athanasii Kircheri e Soc. Jesu China monumentis, qua sacris qua profanis, nec non variis Naturae et artis spectaculis, aliarumque rerum memorabilium argumentis illustrata, auspiciis Leopoldi primi, Roman. Imper. Semper augusti Munificentissimi Mecaenatis”.
Il volume stampato a Amsterdam nel 1667 è stato curato editorialmente da Johannes Jansson van Waesberg, l’imprimatur fu “consegnato” tre anni prima da Giovanni Paolo Oliva, superiore della Societas Iesu a cui il sommo Athanasius Kircher dedicò il lavoro (immenso).
Per la cronaca: erano cento anni che volevo vedere, non dico leggere, vedere questo capolavoro, e ieri che lo avevo sotto gli occhi, per non farmi stordire dalla troppa luce dell’intenzione, guardavo altrove, inutile ripetere che l’avverbio latino di altrove è ‘alibi’.
Luca Sossella