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La possibilità di un’isola

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Amo tutti i romanzi di Michel Houellebecq. In particolare uno tra quelli meno apprezzati dalla critica: Piattaforma nel centro del mondo (Bompiani nel 2001). Nonostante non sia stato accolto con entusiasmo e sia stato dichiarato addirittura un fallimento dallo stesso autore, a mio avviso, è uno di quei libri che dovrebbe essere riletto e recuperato. Racconta, infatti, della storia d’amore tra un quarantenne impiegato statale e una giovane tourist manager. Lui, dopo la morte del padre, in preda ad un senso di fallimento per un’esistenza grigia, decide di partire per un viaggio organizzato in Thailandia dove si dedica assiduamente alle prostitute locali. Risulta per lui molto più semplice e appagante, infatti, avere questo tipo di frequentazioni piuttosto che dover perdere tempo con donne da corteggiare. In fondo l’unica cosa a cui ambisce è fare sesso. Durante la vacanza però inaspettatamente incontra Valery, una giovane donna in carriera che lavora nel settore turistico internazionale. Tra i due nasce un’intesa che li porta dritti dritti verso una storia d’amore dove il sesso è un collante fortissimo. La loro relazione diventa anche un sodalizio lavorativo, tanto da impegnarsi insieme in un progetto ambizioso: creare villaggi turistici dove il sesso è completamente libero. Insomma resorts dove sono a disposizione ragazze per la clientela. Il romanzo, come gli altri di Houellebecq, non è affatto banale. Non solo graffia i sentimenti, spogliandoli del manto del perbenismo, ma pone diversi interrogativi interessanti sullo sfruttamento della prostituzione nei paesi meta del turismo sessuale occidentale o sul rapporto tra culture diverse. La coppia oltre a divertirsi molto nel selezionare personale, inizia a volgere lo sguardo verso un futuro più tranquillo quando, un attentato di matrice islamica, in uno dei villaggi interrompe drammaticamente tutti i loro sogni.

Perché ho iniziato il mio articolo parlando di questo romanzo minore di Houellebecq? Prima di tutto perché credo si meriti maggiore attenzione; poi perché adoro le storie d’amore che finiscono male; infine perché alcuni conoscenti mi hanno confidato che una volta sono stati in località turistiche No Alpitour.

Incuriosita ho iniziato la mia ricerca partendo dal castello di Klagenfurt in Carinzia (presentato nella trasmissione Lucignolo www.blitzquotidiano.it/photogallery/lucignolo-castello-di..) dove prima del Coronavirus c’erano offerte per fine settimana in una location a tema storico in compagnia di donne suntuose. Quanto mi sono divertita a leggere le brochure in rete con la descrizione delle attrazioni! Nulla a che fare con il più popolare Cap d’Agde! Questo è luogo da fricchettoni naturisti e coppie in crisi alla ricerca di una condivisione. Qui, invece, si tratta di vacanze di lusso dove la clientela, ovviamente maschile, paga parecchio per trascorrere alcuni giorni in compagnia di splendide ragazze disinibite. Vuoi vedere che anche il sesso rientra nella lotta di classe?

Tra le reclame di offerte viaggio all inclusive, è simpatica sexisland.com. Questo sito citava agli inizi di aprile l’offertona “Special Coronavirus” dal 10 al 13 (tre notti e 4 giorni) alla modica cifra di $3000 usd. Gli ospiti, coccolati e viziati, previo test HIV e STD sul posto (perché si possono anche non usare i preservativi), sono accompagnati dall’aeroporto in hotel in elicottero. Arrivati a destinazione hanno tre giorni intensi tra attività a scelta (tra cui equitazione, concerto olografico e casinò) durante i quali godono di gentile compagnia con cui condividere alcool e marijuna free. La brochure recita “The girls’ mission is to please you and make you feel like a king. If you have any specific fantasies, let us or the girls know, and we’ll turn your fantasies into reality! Enjoy breathtaking surroundings with your girls at the one and only Sex Island”. Insomma un vero Paradiso per chi ama le abbuffate sessuali e non teme di ritrovarsi il conto in rosso. E, poiché le fanciulle, ovviamente, sono tutte bellissime e giovanissime, la mia ingenua domanda è la stessa di Marco Masini “perché lo fai disperata ragazza mia?”. Vorrei che le stesse rispondessero in coro “per pagarmi la retta ad Harvard!”.

Gli appassionati del genere “etnico e avventuroso” possono invece volare in Indonesia, presso l’isola di Giava. Qui, infatti, nella parte superiore della collina di Gunung Kemukus, si celebrano suggestivi riti sacri. Ogni Venerdì della festa di Pon (cioè ogni 35 giorni) i fedeli coprono di offerte la tomba del principe musulmano Samodra, pregano, recitano il Corano ma onorano anche con un “sacrificio” che consiste nell’avere almeno 7 rapporti sessuali con persone diverse dal proprio partner. Durante il rituale le persone si accoppiano in baracche affittate oppure, per chi non teme insetti, direttamente all’aperto tra i cespugli. Nonostante la religione musulmana sia molto rigida in fatto di sessualità free, la cultura giavanese è riuscita a coniugare il severo codice morale con antiche pratiche autoctone rimaste in vigore. Purtroppo questa ricorrenza ha ormai perso tutto il significato magico religioso originario, diventando un’attrazione per i turisti. Si sono moltiplicati i negozi, gli affitta camere, e si trovano tante ragazze a pagamento il cui obiettivo è guadagnare. Ben diversa era l’antica prostituzione sacra. Questa, diffusa lungo le coste dell’antico Mediterraneo, era legata al culto di Afrodite per i greci o a quello di Uni- Astarte per fenici e etruschi (per chi volesse approfondire consiglio di leggere del santuario di Pyrgi).

Chi torna da queste vacanze quali ricordi, quali sensazioni si porta a casa? La risposta me la offre Houellebecq, vecchio irriverente, sciatto e arrogante

Ho vissuto di avventura,

Preservativi smessi

Visitato fin dentro la natura,

Trovandola malmessa.

Ho attraversato il Penthotal,

Ho bevuto Tequila Sunrise

La mia vita è uno scacco totale

I know the moonlight paradise.

(Michel Houllebecq, Configurazione dell’ultima riva, Bompiani 2013)

Ilaria Cerioli

Ilaria Cerioli
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