Una testimonianza diretta si aggiunge all’ormai voluminoso dossier delle fonti letterarie, epistolari e degli archivi militari che sviscerano l’esperienza della Grande Guerra di Céline: l’edizione, a lungo ignorata dai ricercatori internazionali dei Souvenirs et notes d’un cuirassier (Ricordi e note di un corazziere) di Jacques Pavard, pubblicata privatamente dalla sua pronipote Coralie Ceccaldi nel 2009, scoperta dallo scrivente lo scorso mese durante il nostro perenne peregrinare tra la vita e le opere dello scrittore francese e che è oggetto di un approfondimento a cura del ricercatore Gaël Richard nel periodico “Le Bulletin célinien” di settembre.
Nei ricordi di Jacques Pavard, nato nel 1890 e assegnato al momento della mobilitazione generale il 2 agosto 1914 al 12° Reggimento corazzieri, lo stesso reparto dove prestava servizio il Maréchal des Logis Louis Destouches, e coprenti l’intero conflitto (Pavard sarà smobilitato il 6 maggio 1919, e morirà nel 1959), emergono delle annotazioni rivelatorie sugli ultimi mesi passati al fronte dal Maresciallo Louis Destouches e sulle giornate cruciali dal 26 al 29 ottobre 1914, quelle della sua ultima azione di guerra e del suo ferimento, passi di capitale importanza nel suo “divenire Céline”. Inoltre, gli studi su questo periodo della vita di Céline sono stati di recente rimessi in discussione dalla pubblicazione del manoscritto inedito di Guerra, la cui scrittura è stata definitivamente datata come posteriore al Viaggio da Henri Godard nella sua prefazione alla nuova edizione dei romanzi di Céline nella prestigiosa collana della Pléiade includente i manoscritti riemersi fortunosamente nell’estate del 2021.
Nel 1914 il Maresciallo Destouches accoglierà la notizia della guerra con lo stesso entusiasmo patriottico di milioni di giovani come lui in tutta Europa, come testimoniato da questa lettera ai genitori scritta poco prima della partenza per il fronte, tanto diversa per stile e spirito dal Viaggio al termine della notte:
Cari genitori: l’ordine di mobilitazione è arrivato partiamo domani mattina alle 9 h 12 per Étain nelle pianure della Wöevre non credo che entreremo in azione prima di qualche giorno […] Quanto a me farò il mio dovere sino in fondo e se per fatalità non dovessi tornare… siate sicuri per attenuare la vostra sofferenza che muoio contento, e ringraziandovi dal profondo del cuore. Vostro figlio.
Ma dopo qualche settimana al fronte, la guerra inizia a mostrarsi al giovane Destouches per quello che è: niente eroiche cariche di cavalleria, ma un cieco tritacarne. Come dirà a Pierre Ordioni nel 1939: “Senza il Maresciallo d’alloggio Destouches, non ci sarebbe mai stato Céline. Vedrà, al ritorno non sarà più lo stesso. […] La guerra vi fa smaltire la sbornia”, mentre dal Viaggio al termine della notte:
Si faceva la coda per andare a crepare. Perfino il Generale non trovava più accampamenti senza soldati. Abbiamo finito per dormire tutti in aperta campagna, generali o no. Quelli che avevano ancora un po’ di cuore l’hanno perso. È a partire da quei mesi lì che hanno cominciato a fucilare i soldati semplici per tirargli su il morale, a drappelli interi, e che il gendarme ha cominciato a essere citato all’ordine del giorno per il modo con cui conduceva la sua piccola guerra personale, quella profonda, vera tra le vere.
Dopo aver partecipato ai combattimenti sulla Marna nel settembre 1914 il 12° Corazzieri muoverà quindi verso Langemark nelle Fiandre, e tra il 25 e il 28 ottobre coprirà il fianco sinistro del 66° Reggimento della 18ª Divisione di fanteria, il cui compito era di riconquistare Poelkapelle, un piccolo comune a nord ovest di Ypres, nella valle del Lys.
Il 27 ottobre Poelkapelle è battuta incessantemente dal tiro dell’artiglieria e delle mitragliatrici tedesche, tanto che sembra impossibile garantire con staffette le comunicazioni tra il 66° e il 125° Reggimento di fanteria, impegnati a fondo e con gravi perdite nell’attacco all’abitato. È in questo momento che il Maresciallo Destouches, distaccato come staffetta presso il Comando reggimentale del 125°, si fa avanti, dandosi volontario per questa missione quasi suicida. Louis riuscirà a portare a termine il pericoloso compito, ma al ritorno, intorno alle ore 18, è ferito gravemente al braccio destro da un proiettile, oltre a essere gettato contro un albero dall’onda d’urto dell’esplosione di un proiettile d’artiglieria, riportando probabilmente una commozione cerebrale.
Così il corazziere Jacques Pavard ricorda nelle sue memorie ritrovate il combattimento per Poelkapelle e il ferimento del Maresciallo Destouches:
Dobbiamo tenere costi quel che costi a Langemark, il 66° attacca Poelkapelle. Jouanin perde il suo cavallo e andrà a cercarlo l’indomani. Fleurentin, Denis et Pape sono al posto di comando del 125° con il Maresciallo Destouches. Passiamo la notte nella fattoria più vicina, sfamandoci con del coniglio. Piove tutta la notte, i cavalli non dissellati con le briglie legate a un recinto, noi sdraiati ai piedi della casa. L’indomani, il 66° attacca ancora, Poelkapelle deve essere presa per mezzogiorno, noi portiamo gli ordini ai comandanti di Battaglione e al Tenente Colonnello [del] 125° che comanda la Brigata, le mitragliatrici crepitano, un cannone del 30° spedisce 210 granate sul campanile di Poelkapelle!!! Dietro di noi, più di 30 pezzi d’artiglieria a dieci metri l’uno dall’altro fanno un gran fracasso!!! Ma alle cinque, Poelkapelle non è stata presa, il 66° ha perso un sacco di uomini, Chouquet dei nostri è stato ferito, e anche Destouches. La sera dormiamo nel fienile della fattoria, dei proiettili attraversano il tetto.
Mentre nella prima bozza di Féerie pour une autre fois, scritta in prigione in Danimarca nel 1946, Céline scriverà: “La guerra 1914 sempre nell’orecchio – Poelkapelle la cella” – fondamentale questo parallelo di Céline tra l’esperienza bellica e quella carceraria –, ricordante un passo all’inizio del manoscritto di Guerra: “Mi sono beccato la guerra nella testa. Ce l’ho chiusa nella testa”.
Dopo essersi ricongiunto alla sua unità, il Maresciallo Destouches raggiungerà un ospedale da campo presso Ypres e sarà poi da lì evacuato a Hazebrouck, località rievocata in Guerra nel toponimo di fantasia Peurdu-sur-la-Lys, unione drammaticamente evocativa di peur (paura) e perdu (perduto), dove sarà operata la frattura del braccio, e poi ricoverato in degenza all’ospedale militare Val-de-Grâce a Parigi, dove subirà un secondo intervento chirurgico il 19 gennaio 1915. Dichiarato inabile al servizio e invalido al 70%, viene riformato il 2 settembre 1915: finisce così il servizio attivo di Louis Destouches nell’Armée, e nasce la leggenda di Céline.
Andrea Lombardi
(da “il Giornale” de il 24 settembre 2023)