Ho letto il libro senza smettere, presa da curiosità, incanto, desiderio di capire attraverso quali meccanismi l’autore riesca a creare un labirinto di situazioni, tutte reali, per indurre a penetrare in questa fiaba urbana, che non ha nulla di fiabesco ma è estremamente intrigante.
Paolo Cioni si è formato sui grandi scrittori americani senza però dimenticare il linguaggio del suo specifico paesaggio che ha generato tanti scrittori. La sua scrittura è precisa, diretta, introduce immediatamente situazioni, personaggi, atmosfere senza mediazioni, il suo linguaggio è semplice ma interiormente elaborato, frutto di una grande ricerca sulla pagina, dove niente è sbagliato, di troppo o, infine, letterario.
Ho letto tanto Fenoglio, e prima Steinbeck per approdare a Kerouak, qui ritrovo l’energia di una scrittura vitale che supera gli schemi per inventare un linguaggio utile al racconto contemporaneo. Cioni ha intuito a fondo, o forse in lui è istinto maturato attraverso le sue lunghe frequentazioni di autori made in USA.
Dicevo … una fiaba, perché il percorso, pur tra realtà e attualità, è veramente fiabesco, è indicato dalla volontà di un “angelo” senza ali, senza aureole, che obbliga il protagonista a riandare sul passato, ripensare, capire, perdonarsi perché sono tante le cose in sospeso, non risolte, che lo appesantiscono e non gli permettono di trovare la sua vera direzione.
Lavora in una libreria antiquaria, sa che dovrà inevitabilmente cedere il posto all’esangue proprietaria che lo corteggia senza muovergli la passione necessaria per iniziare una storia, ha messo da parte le passioni che hanno contraddistinto il suo passato, il Collettivo, che si è arenato nelle sirti inevitabili del tempo e della vita, ha un rapporto difficile con suo padre verso il quale matura un perenne senso di colpa per non essere il figlio quale avrebbe potuto o dovuto, insomma si muove in un’atmosfera grigia che viene sconvolta dall’apparizione di un messaggio.
Non si sa come sia arrivato, chi l’abbia deposto in casa sua, ma è preciso, imperativo e lo costringe a ritrovare qualcosa del suo passato. Da qui inizia il racconto, da Raimondo, l’amico di un tempo, così reale nella descrizione che vive di vita propria, e ci accompagnerà per tutta le pagine fino alla conclusione. Gremito mano a mano di presenze, situazioni, ricordi che allargano il narrato apparentemente senza una logica, mentre nulla avviene per caso ed è la bravura del narratore a raccogliere in fine tutto e tutti e dare una collocazione necessaria nella costruzione del racconto.
Labirintico, tra paesaggi ben descritti, notturni o diurni, filari di pioppi, campi, costruzioni in abbandono. La cittadina con i suoi luoghi, il ristorante, il caffè, la casa degli amici, i passi sul selciato per ripercorrere strade e situazioni. Fidenza l’ombelico di questo mondo a volte sotterraneo dove si intrecciano fallimenti, tradimenti, verità nascoste o palesi, amori persi e ritrovati. Melanconia e ironia, dosate con sapienza, così la trama non si inceppa in stantie madeleine e il passato spiegherà e indirizzerà il futuro.
Un ricerca notturna resterà senza frutto, è in gioco il “Tesoro”, il protagonista ha avuto indicazioni ma risulteranno errate, resteranno le vesciche a ricordargli l’insuccesso, ci sono passaggi picareschi, come il voluto tamponamento di un’automobile dove un signore maltratta la ragazza, o la confessione del Direttore che scopa la ragazzina macerandosi nei sensi di colpa verso la bellissima moglie, ma ripeccherà, perché è fatale per sfuggire alla perfezione della sua vita.
Situazioni, personaggi, sentimenti, tutto raccontato con precisione chirurgica, la vicenda scorre verso la conclusione lasciando sul campi vinti e perdenti, ma affermando l’inesorabile forza della vita qui espressa dall’amore di un angelo e di una ragazza ritrovata, proprio attraverso le indicazioni cifrate dell’angelo che, in questo mettersi in gioco troverà anche lui la sua pace , forse, la felicità.
Il libro è molto bello, non ho voluto svelare trame o dare fisionomie più precise ai personaggi per non privare il lettore del piacere della scoperta. Buona lettura.
Recensione al libro La verità a pagina 31 di Paolo Cioni (Elliot, 2019, pp. 185).
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