Dal 1803 al 1820 Thomas Jefferson, il terzo presidente degli Stati Uniti, si è dedicato alla scrittura di una Bibbia particolare: un esercizio di collage di passi dei Vangeli. Il suo metodo ha del sorprendente: insoddisfatto dei testi originali, Jefferson li tagliava e riassemblava, per creare una nuova versione delle Sacre Scritture epurata da ogni misticismo. Secondo Jefferson, Gesù non era l’incarnazione di Dio, bensì un profeta il cui messaggio è stato ritoccato a piacere nel corso dei secoli. Il manoscritto originale della Bibbia secondo Jefferson “Vie et morale de Jésus de Nazareth” è conservato allo Smithsonian Institute di Washington, mentre nelle librerie degli Stati Uniti si trova la riedizione a cura di Mitch Horowitz.
(L’Express, 21-12-2012)