L’annuncio della morte di Steve Jobs, cofondatore insieme a Steve Wozniak della Apple, ha scatenato mirabolanti commenti: «genio immortale», «l’uomo che ha cambiato il mondo», «l’uomo che ci ha cambiato la vita»; si è arrivati persino a scrivere: «È morto. È vivo. Così bravo a vendere le sue visioni che quando pronuncia la parola business tutti sentono la parola amore» («Wired»). È un film ? termine appropriato in una società che si vanta di essere dei consumi e dello spettacolo ? già visto, che anzi si continua a vedere, sebbene il protagonista cambi periodicamente all’interno di una trama che tuttavia resta sempre la stessa. La nostra società si alimenta di miti e di continuo ne crea di nuovi; tra di essi, per ricordare i più popolari e in verità anche i più inoffensivi, si possono citare John Lennon, la principessa Diana, Michael Jackson, Lady Gaga o Maradona, intorno al quale si è addirittura costituita una setta che periodicamente si raccoglie per celebrare il suo nome.
(Silvano Petrosino – La Provincia di Como, Lecco, Sondrio e Varese – Pag. 47 – 21/01/2012)