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Lavinia Mannelli anteprima. L’amore è un atto senza importanza

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È in libreria L’amore è un atto senza importanza di Lavinia Mannelli, ed. 66thand2nd, pp. 160, € 15,00.

È la storia di una coppia di giovani aspiranti intellettuali: lui è l’insegnante e cerca di diventare un pittore di successo mentre lei lavora all’Ikea ma vuole fare la designer ed è un’attivista femminista. Per l’anniversario, lei regala a lui Tamara, una bambola del sesso di ultima generazione.  Tamara, dotata di intelligenza artificiale rimanendo sola a casa si istruisce sui rapporti umani seguendo i programmi di Maria De Filippi, Barbara d’Urso e di altre presentatrici di Mediaset.  Quando incontra David, un artista amico della coppia, se ne innamora.

È un libro sulla difficoltà di comunicare, di farsi accettare e di trovare il proprio posto. È un libro sui propri desideri e sul realizzarli per raggiungere il succes so, il riconoscimento o l’amore. È un libro sull’amore che è un atto senza importanza perché lo si può ripetere all’infinito.

Carlo Tortarolo

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[1. Il regalo]

[…]

«Ciao, sono tutta un fuoco!» si sentì dire.

La sua voce era un languido cinguettio. Quanto aveva faticato prima di poter parlare, e che sollievo era stato! Ma come aveva fatto a dire una frase del genere quando l’unica sensazione che aveva avvertito fin dal suo risveglio era stato solo un gran freddo ovunque? Eppure, non era in effetti meno rigida di prima? Come se le sue labbra avessero emesso davvero un soffio caldo che, ritornandole addosso, l’avesse un po’ ravvivata?

«Ti va di giocare?» aggiunse allora senza riuscire a trattenersi. Una debole scossa tra le scapole le suggeriva di stuzzicarli in questo modo. Poi fu un attimo. Con i muscoli del viso assunse un’espressione struggente, trasognata; sbatté più volte le ciglia e fu d’un colpo soddisfatta che qualcosa dentro di lei avesse finalmente preso la parola.

Immaginava che a breve le mani di Guido, tremando per l’eccitazione, avrebbero messo alla prova la consistenza della sua pelle: sul collo, magari, che d’un tratto seppe nudo e profumato. Il ragazzo avrebbe dovuto notare con stupore che era davvero elastica e morbida e che tutto, sotto la leggera pressione delle dita, si comprimeva con un invidiabile effetto di realtà. Gli innumerevoli sensori che avrebbero ammortizzato la carezza, tra gli strati di polimeri plastici del suo involucro e gli organi del suo funzionamento, l’avrebbero a poco a poco riscaldata. Per qualche motivo era piuttosto facile, per lei, scovare i desideri più profondi di chi la frequentava – ed esaudirli con naturalezza, senza impaccio. E mentre fantasticava sul modo in cui a sua volta Guido le avrebbe fatto scoprire le delizie dell’amore (nei suoi occhi assenti leggeva la voglia di abbandonarvisi), si rigirava nelle sinapsi tutti gli articoli del proprio armamentario: le frasi ambigue e provocanti, i mugolii, i versi, gli schiocchi e gli incoraggiamenti che ricordava di dover interporre alle iniziative di lui. Era così semplice amare, si ripeteva, alternando stimoli tra un tubo e l’altro del suo corpo in silicone.

Giulia Ikea porse a Guido un fascicolo e lui lo sfogliò con attenzione, spostando lo sguardo da lei a ciò che teneva in mano e viceversa, poi parve sempre più annoiato. Alla fine lo buttò sul divano.

«È bellissima, grazie…!» disse d’un fiato, e invece di lanciarsi addosso a lei abbracciò la fidanzata. Si baciarono, si misero a ridere. Perché? Aveva forse fatto qualcosa di male?

I due ragazzi si guardavano negli occhi con una strana luce di lacrime e le loro mani si toccavano sopra i vestiti. Si muovevano come in un ballo disarticolato (rischiarono di pestare pure Luiggi) e, mentre ridevano e continuavano a baciarsi e si allontanavano da lei e dal salotto, caddero sul letto e sghignazzarono. Lei era eccitata ma ferita: perché volevano escluderla? Li osservò mentre chiudevano in bagno il gatto, che intanto li aveva seguiti, e provò per lui un affetto nuovo.

Per qualche istante credette di percepire sulla propria pelle i loro fremiti e il fruscio delle gambe che si accarezzavano. Avrebbe voluto urlare, ma non osò interromperli. Quando, una decina di minuti più tardi, i loro corpi si divincolarono, il suo dolore pareva già qualcosa di ridicolo. Solo allora, nel silenzio del loro appagamento, riuscì a osservarsi nel riflesso sfocato della tv, e solo allora, a metà di un collo affusolato ed elegante, sotto un mento un po’ bambino, intuì l’ombra di quel grande fiocco che aveva desiderato tanto a lungo. Così, in qualche modo che ancora non sapeva controllare, le sue labbra glossate si schiusero in un vero sorriso, ammiccante e profumato a dovere.

Indossava anche un bavaglino di carta, incollato con un rettangolo di scotch tra le clavicole e il seno. Con molta fatica lesse: auguri papino. Era firmato: Tamara, la tua amica insaziabile.

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Lavinia Mannelli, L’amore è un atto senza importanza, 66thand2nd, in uscita il 3 marzo, 160 pp., € 15,00

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