Possiamo, per farglielo capire, provare con la teoria che la discordanza talvolta fa evolvere la cognizione? Abbiamo studiato Heidegger (che mi fastidia solo a pensarci) per niente? Cosa ci ha spiegato a fare che l’opera d’arte è un urto, lui lo nomina Stoss: l’urto dell’arte: avvertire la pro/vocazione davanti all’opera che ci sia anzi che no con un segno inaspettato, quella è opera, sorprende proprio perché non è contigua all’ambito in cui è inserita. La sua gratuità, perché imprevista, non ha quella che gli ingegneri di Nietzsche chiamano f u n z i o n i consegnate in relazione alle esigenze stabilite dall’abitudine.
L’arte, l’urto appartiene a un contesto ma non è quello che lo include, bensì quello cui esso stesso dà apertura fuori di sé (e non dentro, quella è l’illustrazione). C’è più morte nelle tre pere di Cézanne che nel teschio di Hirst. Ma ancora bisogna dire ‘ste banalità? Pare di sì.