La modernità con la sua razionalizzazione unificante che ci aspettava è diventata invece un Medioevo globale – sostiene Claudio Magris – frazionato, atomistico, come ai tempi del Sacro Romano Impero, in cui per ogni luogo, per ogni corporazione, per ogni comunità e realtà politica e amministrativa si sovrapponevano intrecciandosi e aggrovigliandosi, leggi, prerogative e obblighi diversi, varietà e diseguaglianze conservate nella letteratura popolare. Per tutelare l’uguaglianza si sono adottate misure disegualitarie: le quote rosa per correggere le discriminazioni delle donne, i punti a favore dei disabili o dei profughi e così via. Ma le rivendicazioni di libertà particolari finiscono spesso per dimenticare il fondamento del liberalismo e della democrazia, secondo il quale la mia libertà cessa dove inizia quella di un altro.
(Claudio Magris, Corriere della Sera, pag. 32, 6-1-12)