Ieri sera tardi ho visto “Il volto delle parole” una docufiction (Rai3) di Claudio Pisano che traversa tre periodi: gli anni trenta, sessanta e novanta dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani. Un lungo spot, niente da dire, la pubblicità è il corpo del commercio.
Veramente qualcosa da dire ce l’ho: mi ha addolorato che studiosi come Carlo Ossola e Massimo Bray, coinvolti nel docufilm, non abbiano denunciato il furto perpetrato da Giovanni Gentile, che estromise Angelo Fortunato Formiggini dall’Istituto promozione del libro e della cultura italiana nel mondo. Nonché, ancora più grave, il “furto” dell’Enciclopedia Italiana. Opera concepita e ideata da Formiggini e rubata da Gentile che ne affidò la produzione a Giovanni Treccani.
• L’Istituto per la propaganda della cultura italiana fu prima depredato e poi trasformato dal fascista Gentile nella Fondazione Leonardo che, estromesso l’ideatore Angelo Fortunato Formiggini, divenne un’accolita di regime per la costituzione dell’Istituto fascista di cultura.
• E dire che Formiggini trascurò addirittura il suo mestiere e la sua intrapresa editoriale per il progetto di promozione del libro e della cultura italiana nel mondo e la sua più ambiziosa e grandangolare iniziativa fu condizione del suo immeritato fallimento personale.
• Il 29 novembre del 1938 l’editore Formiggini, di famiglia ebraica, si butta dalla Torre Ghirlandina di Modena. Un martirio per le leggi razziali. In una lettera alla moglie scrive: Ma io non posso rinunciare a ciò che considero un mio preciso dovere: io debbo dimostrare l’assurdità malvagia dei provvedimenti razzisti richiamando l’attenzione sul mio caso che mi pare il più tipico di tutti.