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Leggenda. Festival della lettura e dell’ascolto, II ed. Intervista a Carlo Ghilli, direttore della Biblioteca “Renato Fucini” di Empoli

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Ritorna a Empoli, in provincia di Firenze, la seconda edizione di Leggenda. Festival della lettura e dell’ascolto: per quattro giorni, il 16-17-18-19 maggio 2019, diversi eventi tra incontri letterari, reading, spettacoli, laboratori di scrittura, dedicati a bambin*, ragazz*, famiglie e adulti, che coinvolgeranno la Biblioteca, alcune stanze del piano terra della Biblioteca si trasformeranno in due storie da vivere, guardare, ascoltare, toccare e attraversare, il Palazzo delle Esposizioni dove la Libreria Rinascita nell’ambito di Viruslibro curerà gli incontri con Valeria Parrella (giovedì 16 maggio), Michela Murgia (17 maggio), Loredana Lipperini (18 maggio), e poi ci saranno Chiara Carminati, Isabella Milani, Fabrizio Silei, Maicol & Mirco, Antonio Catalano, Andrea Valente, e tantissim* altr* ospiti e variegati eventi collocati nei luoghi storici della città, dal Cinema La Perla, al Museo del Vetro, al Chiostro degli Agostiniani, dai locali del Minimal Teatro Giallo Mare alla P.zza Farinata degli Uberti. Un festival che integra spazi urbani e architetture, luoghi fisici e ambienti dell’anima. “Due anni fa era solo un sogno,” scrive Brenda Barnini, sindaco del Comune di Empoli, “l’anno scorso un sogno realizzato e quest’anno una realtà che ci fa sognare”.

Gianluca Garrapa: Come nasce l’idea del Festival?

Carlo Ghilli: Il Festival nasce dalla volontà del Sindaco Brenda Barnini di offrire alla Città un momento pubblico che fosse sintesi delle molteplici e fruttuose esperienze di promozione delle letture pubbliche (la lettura nella primissima infanzia presso i Nidi e le Scuole dell’infanzia del Comune, l’intensa attività della Biblioteca Comunale) e private (dell’Associazione Giallo Mare Minimal Teatro, delle Librerie cittadine: Rinascita, Cuentame e San Paolo).

Leggenda nasce dalla consapevolezza che la lettura è l’attività e lo strumento per lo sviluppo di una cittadinanza attiva e consapevole e che questa è alla base della nostra democrazia.

G.G.: “Leggere è un modo di prendersi cura di sé, poiché ogni libro è un universo”, dice Borges, e però questo ascolto di sé, interno, è anche ascolto dell’altro, un’estimità, come avrebbe detto Lacan, un’interiore esteriorità: mi sembra questo lo spirito del Festival: che ci puoi dire a proposito?

C.G.: Se la scrittura è lo strumento inventato dagli uomini per estendere e perpetuare la memoria dell’umanità, la lettura è l’attività che ci permette di fruire di questa memoria. Quando leggiamo, noi stabiliamo sempre un contatto e ascoltiamo la voce di un altro, senza limiti di tempo o di spazio. Se leggiamo un post Internet o un messaggio Whatsapp entriamo in contatto con un contemporaneo, ma se leggiamo una poesia di Catullo, una tragedia di Sofocle, un geroglifico… ascoltiamo la voce di persone vissute migliaia di anni fa. La lettura è un collegamento di menti, pensieri, intelletti che trasferisce idee, sensazioni, conoscenze e informazioni… la nostra cultura è la nostra memoria collettiva e la nostra memoria collettiva, lo ripeto, è soprattutto scritta.

Machiavelli descriveva nella famosa Lettera a Vettori la propria giornata di esiliato. Al mattino Niccolò trascorre le ore in attività comuni, caccia, passeggia, s’intrattiene in conversazioni… ma la sera egli si spoglia degli abiti del quotidiano e veste “panni curiali e regali” e si accompagna con gli antichi e inizia una conversazione con storici e filosofi; egli legge e così conversa con Tito Livio, stabilisce un collegamento intimo con la cultura del passato… Ebbene la lettura è ancora oggi questa connessione intima.

Padroneggiare la lettura, comprendere la parola scritta, insomma averne padronanza

significa partecipare alla storia dell’umanità, avere la potenzialità di essere partecipi della vita sociale e democratica.

Ma esiste anche una lettura condivisa, una lettura che diventa azione corale e narrazione ad alta voce. D’altra parte la lettura silenziosa è un’invenzione relativamente recente. Nell’antichità la lettura era ad alta voce; nella Biblioteca di Alessandria di Egitto ad esempio, non regnava il silenzio delle nostre biblioteche, ma il mormorio dei lettori vi si diffondeva.

Oggi il mondo ha fretta e ci mette fretta e spesso non c’è tempo per fermarsi ad ascoltare noi stessi e gli altri, per ricevere messaggi complessi, da qui la peculiarità della lettura non solo come attività intima, ma anche come momento di ascolto collettivo, da fruire insieme ad altri.

In questo quadro in Leggenda, la Lettura diventa attività pubblica condivisa, diventa ascolto e narrazione collettivi.

G.G.: Con quale criterio sono stati scelti gli ospiti e le ospiti e organizzate le giornate?

C.G.: Leggenda giunge quest’anno alla sua seconda edizione, già l’anno passato erano stati selezionati alcuni tra i più importanti e significativi scrittori per ragazzi del panorama nazionale.

Al termine del Festival 2018, lo staff di Leggenda si è attivato per selezionare e contattare gli autori da invitare a Leggenda 2019.

La selezione è fatta sulla base delle segnalazioni della stampa specialistica, della cultura professionale di Bibliotecari e Librai (perché Leggenda è un festival dove Bibliotecari e Librai lavorano assieme), sulla base della disponibilità degli autori.

La rosa di scrittori di quest’anno è particolarmente ricca e composta di personaggi che hanno ricevuto premi e riconoscimenti importanti, come il premio Andersen, il Bancarellino, Strega ragazzi. Gli autori del Festival sono:

– per i più piccoli: Stefania Andreoli, Renzo Boldrini, Emanuela Bussolati, Barbara Cantini, Chiara Carminati, Antonio Catalano, Luigi Dal Cin, Fulvia Degl’Innocenti, Simone Frasca, Luigi Garlando, Maicol e Mirco, Sara Marconi, Elisa Mazzoli, Emanuela Nava, Michele Neri, Stella Nosella, Arianna Papini, Santo Pappalardo, Teresa Porcella, Vania Pucci, Anna Sarfatti, Giorgio Scaramuzzino, Fabrizio Silei, Andrea Valente.

– per ragazzi da 11 a 14 anni: Marianna Cappelli, Chiara Carminati, Luigi Dal Cin, Antonio Ferrara, Giuseppe Festa, Luigi Garlando, Fiore Manni, Carlo A. Martigli, Viviana Mazza, Isabella Milani, Michela Murgia, Giorgio Scaramuzzino, Fabrizio Silei, Andrea Valente.

– per adulti: Stefania Andreoli, Chiara Carminati Giusi Marchetta, Isabella Milani, Emanuela Nava, Fabrizio Silei.

Inoltre Leggenda si associa al Festival Viruslibro della Libreria Rinascita, così nelle sere del Festival avremo incontri con tre importantissime autrici italiane: Valeria Parrella, Michela Murgia e Loredana Lipperini.

Le giornate del Festival sono dense di eventi che vanno dal mattino con incontri dedicati alle scolaresche alla sera inoltrata di Viruslibro, per un dettaglio del programma rimando al sito web del Festival: www.leggendafestival.it

G.G.: Devo stare sulla soglia dell’altro per poterlo ascoltare, e coltivare la passione, come avrebbe detto Maria Zambrano. Nel Festival ci vedo anche un atto ‘politico’ che riguarda la polis, cioè la città, e la sua gestione culturale, o quelle tre dimensioni, come dice Brenda Barnini, di cultura, relazione e aggregazione. La città diventa una sinfonia in cui orchestrare la propria soggettività e l’altrui presenza: mi sembra sia questa la missione del Festival o mi sbaglio?

C.G.: Il Festival Leggenda è, come detto, la fase conclusiva di un percorso di crescita culturale della città attuato tramite attività di promozione della lettura e rappresenta chiaramente la volontà della Amministrazione di offrire alla città un evento culturale di portata nazionale e internazionale in un campo come quello della promozione della Lettura spesso trascurato dalla politica. Il Festival è nato all’interno dell’Amministrazione comunale per espressa volontà del Sindaco Brenda Barnini, ed è progettato e realizzato completamente all’interno del Comune senza l’apporto di agenzie specializzate come avviene invece per la maggior parte dei festival italiani. Non è un festival comprato a scatola chiusa, ma è frutto della sensibilità e della messa in campo delle professionalità pubbliche e private della città.

La Polis è anche Agorà, ovvero il luogo dove la democrazia si attua come comunicazione e ascolto, la lettura è comunicazione e ascolto, Leggenda è l’Agorà della lettura.

G.G.: In questo periodo buio, di precarietà, omologazione e diffidenza, si ha molta paura di desiderare e, dunque, di ascoltare gli altri diversi da noi: quali le difficoltà, se ci sono state, nel portare avanti un progetto come quello del Festival?

C.G.: Leggenda non ha dovuto affrontare particolari difficoltà, se non le non poche di carattere “tecnico”, viste le dimensioni del festival stesso.

Anche la risposta dei cittadini alle proposte della prima edizione sono state positive oltre le aspettative. Più di 15.000 persone hanno partecipato all’edizione 2018.

Se ci sono difficoltà a incontrare il pubblico, queste riguardano per lo più la fascia degli adolescenti. Ma in questo caso più che di diffidenza verso il Festival si può parlare di diversificazione degli interessi, o di diversa sensibilità dei ragazzi dagli 11 ai 14 anni e delle loro famiglie.

D’altra parte, come sa chiunque lavori in ambito di promozione culturale, l’adolescenza è un periodo della vita in cui sono molteplici gli interessi e le attrazioni e non sempre la cultura è abbastanza stimolante.

Nonostante questo i nostri eventi per ragazzi registrano già un buonissimo livello di adesione, anche se non corrispondente a quello degli eventi dedicati ai bambini e alle famiglie.

G.G.: Perché proprio Leggenda?

C.G.: Il Festival ha avuto una intensa fase di gestazione che ha visto il confronto tra amministratori, tecnici comunali, associazioni e librerie. In quella fase preparatoria è giunto il momento di assegnare il nome al nascituro e dal brain storming collettivo è nato il nome Leggenda: un po’ perché richiama il latino “legenda” “cose da leggere”, un po’ perché le leggende sono tradizione orale, narrazione condivisa, mito raccontato… insomma lettura e ascolto.

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