Per una volta vorrei far finta di essere un giovane lettore curioso, uno che entra in una libreria indipendente di quartiere e, chiedendo un consiglio al libraio, viene indirizzato nella scelta verso un romanzo contemporaneo. La libreria potrebbe trovarsi, ad esempio, a Torino. Il libraio potrebbe essere Paolo Barsi. Il libro in questione è Il Figlio delle sorelle di Leonardo G. Luccone, pubblicato dalla casa editrice Ponte alle Grazie. Io nei panni di quel lettore, senza aver letto in precedenza altri racconti, articoli o romanzi di quell’autore (né sapere ancora che è un abile artigiano dell’editoria italiana che dà prova delle sue qualità professionali anche attraverso il riconosciuto mestiere di docente di tecniche e pratiche di traduzione e redazione), mi ritroverei di fronte a un testo dalla lingua potente e dal contenuto “straniante”.
Un romanzo breve, e al contempo profondo, capace di sconvolgere la mia quiete di lettore. Questo accade, in fondo, – bisogna precisarlo – perché sono un lettore che cerca il piacere della distrazione, viaggiando in mondi letterari paralleli. Eppure, nonostante questa mia ricerca, il libro Il figlio delle sorelle è un testo in grado di colpire e stordire senza inutili fronzoli linguistici, nè perdite di tempo che scimmiottano i (tanto desiderati) tre atti cinematografici. La storia, con una prosa elegante e mai compiaciuta, dona pagine di estrema chiarezza stilistica, basate su un pensare narratologico misurato ed efficace: la magia del leggere trova consistenza parola dopo parola, frase dopo frase, frammento dopo frammento senza mai deludere il piacere della lettura. Se misurarsi con questioni che potremmo definire di “entropia umana” non è affatto facile per qualunque narratore contemporaneo, Luccone riesce magnificamente nel gesto narrativo. In questa evoluzione narrativa, che narra di una involuzione umana, il protagonista della storia si ritrova ad affrontare il suo passato muovendosi tra i tanti teatranti che popolano il palco della sua vita. Una vita narrata in prima persona, una esistenza che pare nascere dalla bocca di un narratore inattendibile, che mira a ricostruire fatti in apparenza sconclusionati: eppure lo scrittore dosando con maestria le sue capacità, ammalia pagina dopo pagina. Raccontando una storia vera e credibile, fondata su un senso dell’esistenza che è fatto di ricerca interiore, una ricerca ultima che mira ad appurare lo stato delle cose (e dell’uomo) attorno a un protagonista-individuo comune che si oppone, o prova ad opporsi, allo scorrere di quel fiume carsico chiamato esistenza umana. Fallisce miseramente questo protagonista? Oppure, nel suo vivere irrequieto, abbandona le vene d’acqua sotterranee per gettarsi in un torrente di superficie e come un pesce salmone risalire la corrente per ritrovare una esistenza altra? Di sicuro, il protagonista del romanzo, rappresenta un io in lotta, che si muove tra ricordi familiari e accadimenti sociali che non definiscono mai la sua posizione nel mondo, ma lo avvicinano irrevocabilmente a un orizzonte degli eventi sconosciuto (ai suoi familiari) ma esistente . Il libro comincia con le parole “È successo perché…”, un frammento d’incipit che innesca una storia che si autoalimenta pagina dopo pagina, per attingere al vissuto umano in un processo che rievoca la fotosintesi clorofilliana: la luce del vivere umano irradia il tessuto della pianta (letteraria) e ne restituisce ossigeno (in prosa) per il lettore. Un piccolo miracolo di luce (scrittura pensata) che dona vita (tempo ritrovato nelle avvincenti pagine) a chi legge. Il tutto avviene sì grazie alla lettura di un libro che ha un piglio escatologico meraviglioso. E quindi, a lettura ultimata, da giovane fruitore di narrazioni, inesperto ma curioso, dopo aver letto Il figlio delle sorelle, aprirei il mio diario personale e annoterei: Noi lettori abbiamo bisogno di scrittori veri, autori capaci di ridefinire il linguaggio (e le storie) con gesti narrativi dissacranti. Autori del calibro di Leonardo G. Luccone.
Mario Schiavone
#
Leonardo G. Luccone
Il figlio delle sorelle
Ponte alle Grazie Editore
16 euro
197 pagine