Dopo i primi racconti di Don De Lillo, l’esordio “franzeniano” di Chad Harbach e addirittura un fumetto, al sesto posto della “100 notable books of 2011” il New York Times ha messo il sommo poeta Giacomo Leopardi. Una scelta per nulla bizzarra, vista la recente pubblicazione per Farrar, Straus & Giroux dei Canti tradotti da Jonathan Galassi, presidente della casa editrice newyorkese, poetry editor per dieci anni alla Paris Review, nonché grande conoscitore e divulgatore delle opere di Eugenio Montale. Galassi con questo suo imponente lavoro (485 pagine) “può far diventare Leopardi importante nella letteratura americana al pari di Rilke o Baudelaire”, spiega il Times.