Anche se l’hardcore – da sempre – sta di casa in America, i Linea 77 non smettono di dominare la scena italiana con il loro ‘happy-core’ tutto sabaudo e fresco di celebrazioni; l’ultimo tour, appena concluso, è l’omaggio ai fan che da dieci anni li seguono. Mentre la band, instancabile, si riunisce per dar vita al prossimo album incontriamo Emiliano Audisio, uno dei frontman, che ci regala in esclusiva per Satisfiction un consiglio di lettura.
Chiara Todeschini
Forse ci sarà un pony, di Jim Kirkwood, Traduzione dall’inglese di Maria Paola Dèttore, Garzanti 1963.
È un libro fuori catalogo, quindi, secondo i monolitici canoni della propaganda editoriale, un non-libro. Forse ci sarà un pony l’ho trovato su ebay dopo avere visto un video di VADIeLOFO, su uno dei siti di letteratura che seguo e preferisco: FN a.k.a. www.federiconovaro.eu. Il vero protagonista della storia è il non detto, l’allusione che mai si trasforma in rivelazione, totem che occupa costantemente la scena e sostanzia la vita di tutti i personaggi. Sebbene il peso dei cinquant’anni trascorsi dalla pubblicazione si sentano tutti – soprattutto dal punto di vista della traduzione, rigida e controllata nel tentativo di annullare ogni ambiguità affettiva o sessuale – il racconto di queste esistenze cancellate, dal desiderio muto, ancora sorprende e tocca.
Jim Kirkwood è l’autore di A Chorus Line, e tutta la storia è hollywoodiana, ci sono case bellissime, donne inquiete, produttori, cocktail, infelicità, desideri e delitti nella nebbia, è molto divertente. Il titolo del libro si riferisce ad un apologo presente nel romanzo stesso. Ronald Reagan, negli anni ’80, citandolo più volte lo renderà famoso: «due figli, un pessimista e un ottimista; il padre psichiatra lascia il primo in una stanza piena di giocattoli, il secondo in una piena di sterco. Il giorno dopo guarda: il pessimista è immobile e pieno di sospetti, l’ottimista spala nello sterco buttandolo in aria : accidenti papà, con tutto questo sterco di cavallo, deve esserci un pony!»
Emiliano Audisio