Chi è stato giovane nei primi anni Novanta ricorderà una serie televisiva intitolata I segreti di Twin Peaks, dal nome di una cittadina immaginaria dello Stato di Washington, sul confine tra Stati Uniti e Canada. Tutta la vicenda ruotava intorno al ritrovamento del cadavere della figlia di un noto avvocato del posto, Laura Palmer, uccisa non si sapeva da chi né per quale oscura ragione. Il successo della serie, nel tempo divenuta un cult, era fondamentalmente legato all’idea della profanazione del silenzio e della bellezza dei luoghi per mezzo di un atto brutale e inaspettato come l’omicidio di una ragazza. Il meccanismo escogitato da David Lynch non era nuovo, basterebbe ricordare una certa filmografia di Alfred Hitchcock o romanzi come Shining di Stephen King, però ha funzionato così bene da diventare una specie di pattern per altre storie che su quel contrasto hanno incentrato il loro appeal: La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi, La sostanza del male di Luca D’Andrea, tanto per citare due romanzi italiani usciti, mi pare, nello stesso anno. Cristallo di Livia Sambrotta, arrivato da qualche giorno in libreria con Sem, si inserisce in questo filone. Chi ha letto Non salvarmi, vincitore nel 2021 del premio Selezione Bancarella, ha avuto modo di testare la disinvoltura con cui Livia Sambrotta riesce a mettere insieme storie o pezzi di storie diverse, senza vincoli geografici, fuori dai soliti contesti narrativi del mainstream locale. Se Non savarmi è a tutti gli effetti un romanzo americano, Cristallo non può dirsi un romanzo tipicamente italiano, il che ci conferma quanto Sambrotta sia avulsa da qualunque impronta/connotazione/radice culturale legata alle proprie origini. Cristallo è il nome dello splendido chalet sulle Dolomiti dove Max e Rachele hanno deciso di trascorrere le vacanze estive. Max è un architetto di successo, Rachele una fotografa di fama internazionale che fatica a liberarsi da due tragedie familiari: un fratello assassinato quando era bambina, entrambi i genitori morti in un incidente d’auto. Prima di trasferirsi a Milano Rachele abitava nello stesso paesino dove ora sta per trascorrere la sua vacanza da sogno con Max. Il sogno però sta per trasformarsi nel peggiore degli incubi: un “Ferragosto di sangue”, una strage che coinvolge anche altri amici e che tiene incollati alla tv milioni di italiani alla ricerca del colpevole. La storia inizia due settimane prima del massacro con
Max e Rachele che arrivano allo chalet felici di staccare la spina e di godersi quel paradiso terrestre che non ha eguali: lo chalet è elegante, e lo stile avveniristico, una combinazione di vetri e acciaio, si armonizza perfettamente col paesaggio e con le vette altissime che lo circondano. Fin da subito, però, Rachele piomba in uno stato di agitazione che la porta a sospettare di un possibile tradimento del marito: Max nasconde il telefono, altre volte si allontana da lei per conversare non si sa con chi. I paragrafi sono alternati tra presente e passato, con ripetuti flashback scritti in corsivo nei quali la protagonista rivive le giornate della sua infanzia con il fratello Luca. Non c’è verso: Rachele è prigioniera di un tempo che non è mai andato via. Luca, mamma, papà… Non è bastato il matrimonio con Max, non sono bastati il successo né il denaro a guarirla da quelle ferite sempre aperte. Arriva il giorno del massacro, il Cristallo si colora di rosso, c’è sangue dappertutto, anche sul corpo di Rachele ma Rachele è scampata alla mattanza. Non ricorda. La sua mente è vuota. Il colonnello Denis Bogo, incaricato delle indagini, si muove su più fronti: tracce, moventi, collegamenti, la pressione dei media. Sulla scena non viene rinvenuto nessun Dna di persone diverse dalle vittime. Sambrotta mescola le carte, depista, semina nuovi dettagli. La storia si apre sul vissuto degli altri personaggi, le dinamiche prendono traiettorie imprevedibili ma al centro di tutto c’è lei, Rachele, col suo passato e con Luca che ritorna sempre, nel ricordo, nel sogno, nelle indagini. La verità è a portata di mano ma, come nella migliore tradizione del genere, nulla è come sembra. Cristallo è un thriller magnifico, bilanciato in ogni sua parte, dominato da un paesaggio che riempie almeno la metà della storia contrapponendosi simbolicamente con la propria luce alle zone buie dei delitti e dell’inquietudine. Un romanzo sulla fragilità e sull’impossibilità di emanciparsi dai ricordi, una storia di silenzi, di parole mai dette che guastano, torturano, uccidono.