“Venezia è anche un sogno”, cantava Guccini in una celebre canzone, “di quelli che puoi comperare…”
E Venezia è lo sfondo ideale per questo Da qualche parte starò fermo ad aspettare te, scritto da Lorenza Stroppa, edito da Mondadori. Perché la Serenissima è un intrigo, una donna dal cuore misterioso e il volto coperto. Tra i suoi canali, nei suoi angoli meno noti, vivono Giulia e Diego, sconosciuti che si cercano attirati da una curiosa combinazione. Giulia dipinge, è una pittrice. Diego scrive, è un editor. Le parole per l’uno, sono come i colori per l’altra. Si tratta di un modo di percepire il mondo, di riorganizzare il presente e dare un senso al passato. Il rosso, per Giulia, il nero, non sono semplici colori, ma stanze di un passato che ancora la tormenta. Le parole per Diego sono gemme che custodisce dentro un quaderno/scrigno. Diego e Giulia, sempre e solo loro, due identità distinte ed entrambe affrontate in prima persona; due soggettive in presa diretta sulle loro vite, la loro città che fa da sfondo suggestivo alla vicenda. Lui ha un quaderno di parole preziose, come detto, lei una lista di cose da fare. Seguendo le tappe di questa lista, gli indizi, comincia la ricerca di Diego. Un’indagine che lo porterà a cercare meglio se stesso, le priorità che credeva gli appartenessero e quelle che invece ignorava. Lorenza Stroppa ci presenta una storia d’amore classica, che lascia alla struttura narrativa qualche elemento di novità.
La vicenda si sviluppa su binari consolidati, tipici del genere. Così troviamo la donna con un passato che ancora la tormenta, che incontra un uomo che non credeva di saper amare. Le strade – tutte le strade probabilmente – della narrativa sono già state battute, ma in queste pagine la sensazione di già visto è forte. I caratteri dei protagonisti – ad esempio – quelli dei loro amici, la vita che raccontano e che hanno vissuto manca di quella che Palahniuk, in una delle sue lezioni di scrittura, chiama ottenere l’impossibile, ovvero quella capacità, che ogni storia dovrebbe avere, di trascinare il lettore fuori dalla propria zona di conforto. Lorenza Stroppa dimostra di avere una prosa fluida, e una certa capacità di coinvolgere quando ci mostra angoli poco consueti di Venezia, eppure sono proprio i personaggi, quelli principali come i secondari a dare la sensazione che manchi qualcosa. Il libro finisce e si ha come la sensazione che tutto sia già avvenuto altrove, pezzi di un quadro che si trovavano nella nostra memoria, masticati prima e riproposti ancora. Forse si sarebbe potuto osare, ma è probabile anche che chi ami questo tipo di storie non cerchi nuovi orizzonti narrativi, ma solo di sentirsi avvolti, distratti per un po’, portati in vite a portata di mano. È questo certamente un libro piacevole, estivo, che si può chiudere e riaprire con disinvoltura.
Pierangelo Consoli
Recensione al libro Da qualche parte starò fermo ad aspettare te di Lorenza Stroppa, Mondadori, 2020, pagg. 293, euro 18.