Questo Esecuzione dell’ultimo giorno di Lorenzo Chiuchiù non è un testo, un racconto, una novella o qualsiasi essere palpitante che risponde alla nomenclatura di chimera letteraria.
Lorenzo Chiuchiù ha dato vita al primo pentagramma testuale dell’annichilimento, tassello ultimo della fenomenologia della fine e della conflagrazione ultima: la nuova Apocalisse.
Musica, creazione, verbo generatore di vita e sinfonia della genesi, tutto ciò collide nel testo del filosofo Chiuchiù, contro-sancendo la volontà di un decadente quanto ispirato compositore che vuole inscenare la teosofia della distruzione grazie alla sua musica.
Il volume si ispira alla magnetica e aristocratica figura di Aleksandr Nikolaevič Skrjabin, che propugnò nella sua musica il misticismo di teorie religiose e profetiche. Nella novella di Chiuchiù il personaggio reale veste i panni del fittizio Viktor Semënov, ormai ossessionato da deliranti simbolismi autodistruttivi volti a scardinare il dogmatismo dell’esistenza umana.
L’ultima opera, la partitura finale, la musica dell’estasi e della degenerazione, sinfonia della macchina putrescente che chiamiamo vita, tormento del canto e virulenza del creato, tutto questo sembra confluire nel sogno del profeta Viktor Semënov. C’è un fascino contemplativo per la desolazione, il disastro e la catastrofe perché il dolore è una ferita e la morte è bellezza. Semënov è il compositore portavoce dei secoli inquieti, della depressione e dello sfacelo, della decomposizione di ogni speranza.
È una novella magistrale, Esecuzione dell’ultimo giorno, ispirata, suadente, capace di genera godimento nella sua lettura, barocca ma mai luculliana, strabordante di orpelli retorici, misterica come un rito di iniziazione di una setta pagana, mefistofelica come i grandi patti faustiani.
Lorenzo Chiuchiù ha scritto un testamento della sconfitta. E ci porta la conoscenza dell’estetica inenarrabile dell’oscurità. Perché Esecuzione dell’ultimo giorno è melodia nichilista e stasi visionaria dell’Oltre e del luciferino delirio di una realtà cognitiva, che ci sfugge e diventa sempre più incomprensibile mentre pensiamo di vivere.
In una Perugia che si sta bagnando del crepuscolo, il canto estatico e cimiteriale della sinfonia ultima aleggia ovunque portando alla distruzione di ogni cosa mai conosciuta. Un cantore russo o forse inumano non fa altro che usare la magia, la dannazione e l’incredibile per regalare a noi stessi l’unico grande dono che Dio non sarebbe in grado di fornirci: il silenzio e la pace della non esistenza.
Si potrebbe svelare di più, ma dovete scoprire questo testo da soli, dovete immergervi nel tetro scenario di questo spettacolo, ascoltare l’orchestra dell’oltretomba, inchinarvi di fronte alla grande esecuzione che sovverte le coordinate del nostro sistema-mondo. Io ho bisogno di altri testi di Lorenzo Chiuchiù. Nell’attesa leggerò molto di Aguaplano Editore. Si è rivelata una eccezionale realtà indipendente, che confeziona i suoi libri con cura maniacale perché si ricorda dell’esistenza dei bibliofili. Io sono pronto ad amare i loro testi.
Cristiano Saccoccia
Recensione al libro Esecuzione dell’ultimo giorno di Lorenzo Chiuchiù, Aguaplano Editore 2020, pagg. 64, € 12,00