… ecco noi due, io e lui, prima della fine: quell’ultima mattina accadde che fossimo insieme in cucina, e ci sfiorassimo di continuo per prendere oggetti dagli armadi e dai cassetti, e poi ci fermassimo al lavandino o al frigorifero l’uno in attesa dell’altra, ancora un po’ vischiosi della materia dei sogni… quotidianità che sembrava spalancare l’eterno, precisa come un battito d’ali per sempre: i passeri erano intorno al beccatoio, battevano le ali, si contendevano lo spazio sui posatoi curvi… e noi due, i nomi, il giornale: Lauren Hartke, 36 anni, era sposata con il regista Rey Robles, quando questi si è suicidato… ma perché poi? È vuota questa casa, la stanza, il mondo, non c’è più l’odore del tabacco. Era ciò che lui era nell’oscurità, sigarette e mormorii nel sonno… la sua ex moglie mi ha detto che era la sua via d’uscita, e la mia? Quale sarà, cosa farò in questo vuoto che m’ingoia… una ferita d’arma da fuoco, autoinflitta… e pure io dovrei sparire nel fumo di Rey, essere morta, essere lui… il mio corpo è così estraneo e sconosciuto. Diverso, più sottile…
Sai? ho mangiato un mollusco infernale perché solo una diarrea furibonda poteva fare di corpo e mente una cosa sola.
Il mondo dentro di me è svanito;
come mi hai consigliato, ho ripreso a fare gli esercizi di respirazione… a far ginnastica; ma il regime di stretching e contorsione metodica non sembra funzionare, è un’autopunizione, non va bene… ma non riesco, non ci riesco… sento solo morte e colpa… intorno e dentro; ho bisogno di tempo, per dare significato a questa perdita…
… e poi, quella che tu chiami psicosi allucinatoria del desiderio, per me è un reale Mr. Tuttle in carne e ossa, l’allucinazione, o come dici tu, il prolungamento psichico dell’oggetto perduto, non riesco a crederci: oggetto, psicosi… è di me che parliamo e di lui, di questo maledetto vuoto, questo maledetto amore… cosa sono questi nomi senza corpo, senza vita?
Sì, ho bisogno di ritornare al mio corpo, alla realtà, e col tempo l’Io ritornerà libero, giusto? Che esperienza difficile, quasi sovrumana, riconoscere la propria voce in bocca a qualcun altro, a lui, Mr.Tuttle, che esperienza profondamente inquietante, la solitudine in casa insieme a un’allucinazione…
Il tempo soggettivo, hai detto: dopo molto tempo la libido sarà libera dall’oggetto perduto; ma quanto tempo è molto tempo? Come si misura il tempo?
Oggi qualcosa si è smosso dentro di me, non posso sentire la mancanza di Rey, prendere in considerazione la sua assenza, la perdita di Rey, senza rivolgere un pensiero fugace a Mr.Tuttle. Anche il lavoro sul mio corpo si è trasformato e ora non è più autopunizione, è cancellare tutte le precedenti caratteristiche di aspetto e portamento e diventare una tabula rasa, una lastra corporea libera da ogni passata sembianza… Mr.Tuttle è sparito in modo così definitivo che non è rimasto niente di lui, non un solo residuo indizio della sua presenza. Avevi ragione a non volermi soltanto consolare… perché non lasciarsi sprofondare?Lasciarsi andare alla morte. Dargliela vinta. Questo fanno le persone, sole nella vita, hai suggerito.
Perché mai la morte di una persona amata non dovrebbe portarti a un’oscena rovina? È questo che dico al volto virtuale dello specchio, da un paio di giorni: lasciati distruggere. Vai dove ti vuole portare…
Sì, è come dici tu: l’allucinazione era una città costruita per un pensiero di sesso.
Ho pensato a lei, mia madre… era morta quando avevo nove anni. Non era colpa mia. Non aveva niente a che vedere con me. Ecco… adesso lo so: anche la morte di Rey non è colpa mia, non ha niente a che vedere con me. Il mio corpo, il mio mestiere. Mi si è spalancata di nuovo la vita… la finestra aperta sul mare, il mio corpo, il suo nome: volevo sentire l’odore forte della salsedine sulla faccia e lo scorrere dentro il corpo, volevo che mi dicessero chi ero… ecco la Bodyartista Lauren Hartke: scriverò di me, di lei, tutto inizierà in una giornata chiara e luminosa dopo un temporale, quando la più piccola delle foglie cadute è trafitta di consapevolezza, e tu sai con maggiore sicurezza chi sei… lo intitolerò Body Art… adesso sono pronta ad ascoltare di nuovo il mio desiderio: è questa la vita.