Wormhole è la parola chiave per comprendere il nuovo libro di Marcelo Figueras, scrittore, giornalista e sceneggiatore argentino, già uscito in Italia per L’Asino d’Oro con il suo “Kamchatka”, tenera storia di due bambini durante la spietata dittatura di Jorge Videla e “Aquarium” ambientato nel conflitto israelo-palestinese. E’ uno scrittore che parla di conflitti reali e dell’animo Figueras, ma in questo caso il conflitto va oltre i limiti del nostro mondo. Licia Troisi, una delle maestre del fantasy italiano, lo definisce un «racconto appassionato e appassionante sul potere delle storie, ambientato in un Sudamerica magico e violento». E’ proprio a Buenos Aires che inizia la storia del Re dei rovi: al funerale di un personaggio chiamato l’Autore, appaiono quattro uomini vestiti in modo inusuale. Da qui inizia un avventura fantastica che coinvolgerà i ragazzi dei quartieri più poveri della periferia della città ma che soprattutto sconfina i limiti imposti dalla nostra realtà.
Non è un segreto, che l’Autore a cui si riferisce nel racconto sia Héctor Oesterheld, padre del fumetto argentino, fatto sparire in condizioni misteriose nel 1977 dal governo argentino, e ancora oggi ricordato per il suo mitico fumetto “L’Eternauta ”. E’ un omaggio ad un autore scomparso, ma è anche un libro che vuole raccontarci l’Argentina della spietata giunta militare del Programa de Reorganizacion Nacional, rappresentato in maniera fumettistica dai poliziotti corrotti dell’ OFAC e dei “desaparecidos”, sequestrati, torturati e poi gettati nel Pacifico, con la volontà di farli dimenticare. Ma non sono stati dimenticati. Spetterà a Milo e al suo amico, il Bava, il compito di salvare le figlie dell’autore argentino, nella realtà anche loro uccise brutalmente dalla dittatura.
Figueras torna a scrivere pubblicando un’ avventura di quasi 700 pagine, utilizzando stili narrativi diversi, crea una storia fantastica che trae ispirazione dalla fisica quantistica, che passa per il fumetto e si incrocia con la narrativa del fantastico e il tema dell’epico. Ma è anche un romanzo che, toccando la fisica e la grande letteratura sudamericana e internazionale, cita inevitabilmente quello che fu il padre indiscusso della letteratura argentina Jorge Luis Borges, con uno dei suoi libri più controversi “l’Aleph”. Si parla di storia vera e fittizia, scienza e fantascienza, avventura e denuncia sociale, attraverso wormhole e altre dimensioni, passando per l’Europa della Seconda Guerra Mondiale e la Britannia del V secolo. E’ una storia di formazione quella che ci presenta Figueras, che comprende tutti i mondi possibili, in cui però non mancano i temi classici: l’amicizia, il coraggio, la comprensione e la possibilità di riscattarsi.
Ambientato nel presente il racconto propone parole di derivazione straniera, linguaggio giovanile, così come l’uso di social network e di tecnologie moderne. Questo non limita l’autore e non gli impedisce di descrivere una realtà difficile con personaggi complessi, segno che Figueras non guarda alla tecnologia in maniera sconsolata, ma anzi ne intuisce l’importanza che ha per il nostro mondo e la ingloba all’interno della narrazione.
«Sulla bacheca Facebook di Fleur du Lys c’erano dei post nuovi. Fu un sollievo, significava che Fleur du Lys non si era data per vinta».
Ma anche in un contesto di mondo fantastico rimane sempre attaccato alla tematica di denuncia, adoperando un analisi accurata della storia del suo paese.
«Questo è un paese strano» continuò il Bava. «È sempre stato un banco di prova del potere mondiale. Per anni, ad esempio, siamo stati governati da militari. Alla fine sono caduti in disgrazia, erano diventati indifendibili. Allora i potenti hanno cercato un altro modo per arrivare al governo. Ci hanno provato un migliaio di volte, finché ci sono riusciti. Ecco perché oggi abbiamo un governo conservatore e repressivo».
Quella narrata è un Argentina del popolo, dei quartieri abbandonati a loro stessi, della polizia violenta e dei ragazzi che fanno di tutto per sopravvivere. Usando l’escamotage del libro fantastico Figueras descrive l’Argentina dittatoriale vissuta da un ragazzo che cresce nella più totale indigenza. La presentazione di due mondi procede attraverso Milo, ragazzo immigrato con un padre alcolista, e il Bava, ragazzo di una famiglia non abbiente a cui il regime sta mano a mano portando via tutto. Non c’è una perdita di libertà, perché nella maggior parte dei casi questa libertà non è mai esistita, c’è anzi una presa di posizione nei confronti di una vita che ha portato loro via quasi tutto. Una narrazione che è in grado di farci vivere in più luoghi e in più mondi. Giocando con la storia, ma in particolar modo con la storia della letteratura.