“Da giovani tutte le energie sono volte a costruire il futuro, da vecchi tutti gli sforzi vanno alla ricostruzione del passato.”
Eccomi di nuovo con la mia rubrica Recensioni coraggiose, per raccontarvi la lettura di un libro, che come pochi altri è intriso di coraggio. Vi presento La banda Gordon scritto da Marco Dell’Omo, giornalista e scrittore per la Rai di numerosi docufilm, romanzo pubblicato da Nutrimenti, casa editrice che anche esteticamente presenta sempre i suoi libri al lettore come vere e proprie opere d’arte.
Siamo in Abruzzo a L’Aquila, paese d’origine dell’autore, paese ancora oggi triste e devastato dal terremoto di alcuni anni fa, e poi dalle chiacchiere inconcludenti della nostra classe dirigente, mentre ai tempi narrati da Marco Dell’Omo paese impotente, in un certo qual modo, perché privo della gran parte degli uomini mandati a combattere chi non odiano e coloro da cui non sono odiati, al comando di pazzi criminali. Siamo in piena era fascista, in piena tragica seconda guerra mondiale, agli inizi degli anni ’40 del secolo scorso.
La storia nella storia, viene raccontata da un generale in pensione a un narratore fantasma che ce la riporta, intervallando la storia stessa con aneddoti simpatici relativi alle visite che fa al generale e alla sua badante, ai giorni nostri.
Si chiama Pietro Vinci, ed è il protagonista indiscusso di un romanzo però corale, ricchissimo di personaggi femminili e maschili, ricco di voci, sguardi e incontri.
Pietro e il suo migliore amico di allora, Nico, frequenterebbero la scuola con la fatica consueta di ogni adolescente, ma negli anni in cui si svolge la nostra storia, il fascismo e i suoi stupidi riti impongono ulteriori obblighi insopportabili, adunate, marce, spedizioni e addestramenti con il gruppo degli Avanguardisti, bardati con divise di ordinanza e un ridicolo pon-pon.
La prima reazione, naturale, è bigiare, marinare, fare sega, insomma ditelo come volete, ma si trattava di evitare i raduni e svignarsela per impiegare il tempo nella loro più grande passione: l’arrampicata sulla roccia.
Dario, Mario, Filippo e Luca sono invece quattro fratelli appassionati di fumetti, fumetti molto particolari, che arrivano nientemeno che dall’America, una vera salvezza dalla noia imperante, e anticipo della più vera salvezza che giungerà di li a pochi anni.
Pensate un po’! Il fascismo ha paura anche di Flash Gordon, di Mandrake e pure dell’Agente segreto X-9, ha paura di un giornaletto dal nome mai così azzeccato: L’Avventuroso.
Il regime è così preoccupato che il giornaletto viene stravolto, i personaggi che vengono dagli Stati Uniti vengono sostituiti con I tre di Macallè, tre sconosciuti insignificanti.
I bambini, lo sappiamo bene, dicono sempre la verità, e prima di noi adulti intuiscono spesso la mal parata degli eventi.
“[…] l’Avventuroso, era stato assoldato dalla macchina della propaganda […]. Anche così, senza che nessuno se ne rendesse veramente conto, si stava preparando la guerra.”
Per i quattro fratelli Millepied, questa è la goccia che fa traboccare il vaso, e la loro rabbia genuina contagia Nico, Pietro e altri compagni di avventure: al comando di un adulto Capitano, nasce la banda Gordon.
Il gruppo è unito, determinato, composto da femmine e maschi, e ha un obiettivo altissimo, ma il corso degli eventi cambierà un po’ i loro piani, dando vita ad interessanti sorprese, ben degne di supereroi del calibro di Flash Gordon e Mandrake.
Marco Dell’Omo ci regala una nuova storia che scandaglia le vite quotidiane di tempi molto impegnativi, tempi che “noi umani” ormai post-moderni, non ci riusciamo a immaginare, pur vivendo tuttora circondati da innumerevoli e drammatici conflitti.
Ma sono fuori dai nostri confini, non ci toccano così a fondo, li vediamo in tv.
E allora le storie diventano fondamentali.
Di questa lettura, ciò che a me rimane di più è una grande metafora, senso profondo a mio parere all’intero romanzo, molto più della cordata (pur importante), richiamata anche in quarta di copertina.
Al gruppo, alla cordata di amici più o meno sinceri che condividono la giovinezza di Pietro e Nico, si aggiunge prestissimo nel romanzo un ulteriore protagonista, inanimato (forse), che fa da fulcro per il perfetto equilibrio del romanzo: è un muro, liscio, con solo una leggera prominenza che somiglia ad una pancia. Un muro invalicabile.
“Quivi, dopo non breve cammino, si innalza un’imponente muraglia che sbarra lo passo a chi voglia risalire la valle da quel lato.”
Detta muraglia, unita agli sforzi e al coraggio di affrontarla, è la metafora che accompagna l’intera storia, metafora dell’impegno necessario per superare i propri limiti, le proprie paure e insicurezze, metafora della più grande prova da superare, della più grande vittoria da conquistare, quella sul nazismo ed il fascismo.
C’è molto da leggere, c’è molto da riflettere ma, paradossalmente, Marco Dell’Omo e i suoi giovani della banda Gordon, riescono anche a farci divertire.
Claudio Della Pietà
“Insieme stiamo compiendo un’operazione che si ripete ogni volta che si incontrano un narratore e un ascoltatore: stiamo creando una storia, lui che dipana il filo, io che ascolto, interrompo, interrogo e chissà se questa storia un giorno ne produrrà altre…”
Marco Dell’Omo
Recensione al libro La banda Gordon di Marco Dell’Omo, Nutrimenti, 2020, pagg. 349, euro 18.