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Marco Di Eugenio anteprima. Cosa resta di un amore

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Marco Di Eugenio vive a Roma e lavora in una delle più importanti agenzie di comunicazione italiane. Collabora con diversi giornalisti e scrittori della carta stampata e della televisione. Ha pubblicato i libri Se l’amore finisce (Effigi 2018) e A modo mio. La tragica parabola di Sid Vicious (Arcana edizioni 2019).

Con Cosa resta di un amore, Protos Edizioni 2023, pp. 207, € 15,00 Marco Di Eugenio ritorna con un romanzo da non perdere che merita le stesse parole che Gian Paolo Serino (che presto lo recensirà) ha già scritto a proposito di Se l’amore finisce: “Non è un romanzo per vittime o per uomini dimenticati, ma un romanzo che racconta ciò che oggi è difficile leggere: la confessione di un autore, il romanzo è autobiografico ma trascende dalla biografia, scorticato vivo: di un ragazzo che si è inoltrato negli abissi dell’amore per vederne la luce – splendida, straordinaria, unica- ma anche il baratro, quando le luci della relazione si spengono e rimane solo lui” oppure “L’autore non ha paura di mettersi a nudo, di far capire che la Donna è l’unico Essere Umano capace di azzerare un uomo”.

Il racconto in prima persona è molto diretto e descrive la vita del protagonista, Alex, del suo mondo e dei suoi dialoghi sul tema amoroso come quello con l’anziana signora incontrata con gli amici che confida: “Ho sofferto per amore. Ora soffro perché non soffro più”.

È un libro vivo, che trasmette la forza e la resistenza di un sentimento per il quale le domande che possiamo farci non sono mai abbastanza.

Infatti, Alex, dopo esser stato lasciato, di domande se ne pone molte, analizza le proprie sensazioni e cerca di dare un senso a quanto gli accade: “Mi chiedo: meglio un amore intenso, che brucia e si consuma in pochi anni oppure un amore che si fa progetto familiare e di vita a costo di raffreddarsi ed esaurirsi? Mi rispondo: meglio un amore che brucia, anche se rischi di rimanerne carbonizzato. Perché l’amore è uno stato di grazia, un fuori programma. L’amore è leggerezza, l’amore non sopporta ripetitività. L’amore è la precarietà scambiata per l’eternità”.

Il diario diventa il luogo delle domande in cui il protagonista dialoga con sé stesso analizzando a fondo il tema dell’abbandono. Un tema misterioso se, come diceva Paul Géraldy, “Quando ci amano, non amano proprio noi. Ma siamo proprio noi quelli che, un bel mattino, non amano più.”

E così Alex si ritrova improvvisamente a soffrire da solo in una dimensione creata per due persone che nonostante tutto rimane in piedi amplificando il dolore. Forse questo intendeva Gibran nel dire che “L’amore non conosce la sua profondità fino all’ora della separazione”.

È un libro che regala emozioni perché racconta una storia d’amore infinito, come se amare fosse immergersi in un mare dal quale non ci asciugheremo più.

Carlo Tortarolo

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Martedì 29 maggio, sera

Dov’è Chiara?”, “Dov’è la tua ragazza?”. Tutti mi chiedono di te. Sembra lo facciano apposta. “Ci siamo lasciati”, rispondo a tutti nel tentativo di far apparire la decisione come consensuale. Ma nessuno ci crede. Basta vedermi in faccia per capire come è andata davvero…

Peccato-eravate-una-bella-coppia è la frase più gettonata. E mi fa star male, perché lo so, eravamo una coppia speciale. Morto-un-papa-se-ne-fa-un-altro, mi dicono. No, non adesso, in amore non si fanno papi a comando.

Ancora non sono pronto a voltare pagina. In fondo, il dolore è tutto ciò che rimane del nostro legame. Rinunciandoci, rinuncerei a te. E io non voglio.

Domenica 3 giugno 2018, notte

Tu e lui. Hai gli occhi chiusi, lo abbracci, lo baci. Lui ti stringe, la sua mano sale lungo la tua schiena, così come sale la passione tra di voi. Il gioco della scoperta è forte: all’inizio è sempre così. È stato così anche per noi. Tu gli sussurri qualcosa all’orecchio, lui ti sorride, chiudi gli occhi, ti lasci andare. Le vostre voci, l’odore dei vostri corpi, uniti in uno. Sono lontano, ma è come se sentissi tutto.

Il vostro piacere. Il mio dolore.

Martedì 3 dicembre 2019, sera

Caro Federico, questa pagina del diario è rivolta a te. Chiara non deve sapere nulla. Ho pensato più volte alla prima volta che hai poggiato il tuo sguardo su di lei. Ho pensato più volte a quando hai confidato ai tuoi amici di quella ragazza che ti piaceva da morire, ma che purtroppo era già fidanzata con un altro. Ho pensato più volte al primo messaggio complice che vi siete inviati.

Mi sono chiesto se hai avuto un po’ di scrupoli, visto che era impegnata o oppure te ne sei fregato. Tanto se non interessa a lei…

Ti confesso pure che in certi momenti ti ho maledetto e ho sperato in un tuo passo falso. Una tua reazione scomposta verso di lei, un tradimento… Ma poi ogni volta pensavo: l’importante è che lei sia felice. Di te, perdona la franchezza, non me ne frega nulla. E difatti ti scrivo non per parlare di te. Ma di Chiara e di quello che mi ha fatto innamorare di lei…

Chiara colorava la vita delle persone.

Chiara leggeva e sottolineava le frasi che le piacevano per rileggerle qualche giorno dopo.

Chiara amava scrivere e cuciva parole come un intreccio di emozioni.

Chiara aveva un cuore coraggioso e un respiro delicato.

Chiara sapeva piangere di gioia e ridere di tristezza.

Chiara camminava sull’erba a piedi scalzi.

Chiara era uno spirito libero e un’anima generosa.

Chiara alle feste era sempre la più bella.

Quando vedo il mare spesso il pensiero torna a lei. Mi sembra di vederla con i capelli al vento e gli occhi persi nel tramonto.

Sei fortunato, Federico, ad averla al tuo fianco.

Io lo sono stato.

Venerdì 10 aprile 2020, notte

Meglio se lei fa l’amore con te e pensa a un altro oppure se lo fa con un altro e pensa a te?

Io ho sempre preferito quest’ultima opzione. Ma ho vissuto la prima.

Oggi ripensavo all’ultima volta che l’abbiamo fatto. Chiudevi gli occhi per immaginarti assieme a lui? Oppure chiudevi gli occhi perché non avevi il coraggio di guardarmi?

Allora non potevo immaginarlo, ma era chiaro che avevi la mente altrove.

Ricordo che avevi gli occhi chiusi.

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