“Il fatto che tu sia più bella di me non significa che tu sia più capace”.
“La bellezza salverà il mondo” disse un personaggio del romanzo “L’idiota” di F. Dostoevskij, e le potenzialità della bellezza sono da sempre indiscutibili. La bellezza di una donna o di un uomo fanno innamorare, la bellezza di un gesto è apprezzabile ed incoraggiante, la bellezza di un’opera d’arte incanta, dona forza e serenità, rappacifica e può anche sconvolgere quando è di inestimabile valore quanto l’opera stessa. Ma ho fatto una strana riflessione: la bellezza può anche distruggere il mondo? Sembra impossibile anche solo da pensare. L’ho appena fatto.
Las Vegas Edizioni, dei bravi Carlotta Borasio e Andrea Malabaila, riscopre e pubblica un romanzo dal titolo curioso, Il ministero della Bellezza, scritto da Marco Lazzarotto. Un bel ragazzo. Il libro, confesso che mi ha leggermente inquietato fin dalla copertina, che non è brutta tengo a precisare anzi, parla molto al lettore mettendolo già in guardia con questo personaggio finto-perfetto, con un colore di capelli improbabile, uno sguardo ipnotico, e una serie di sue replicanti sullo sfondo. Identiche, drammaticamente uguali. E dopo poche pagine l’inquietudine si manifesta in modo palese, quando scopri che il governo imbastito dall’ennesimo politicante assetato di potere e strabordante di ipocrisia, istituisce un nuovissimo ministero, del suo governo: il ministero della Bellezza. Perché inquietarsi, potreste dire! Pazientate, leggete, e poi mi direte.
Il lato peggiore di questo ministero che in fretta scopriremo di cosa si occupa, perché questa è la prima domanda che mi sono fatto, quando ho capito che il titolo non era solo un escamotage per parlare di chissà che cosa ma una vera entità politicante, il lato peggiore dicevo è che fagocita ogni altro gabinetto politico, ogni altro ministero, ogni altra istituzione. Insomma sembra una dittatura all’interno del governo stesso.
Ma veniamo a qualche dettaglio, non troppi, della storia. Siamo a Torino, ai nostri tempi, e i protagonisti sono due giovani Lisa e Matteo. Entrambi lavorano nel mondo dell’editoria, scrittura, carta, media, libri, lui ha già pubblicato, è proprio uno scrittore e fatica a completare il nuovo romanzo, lei addetta stampa, scontenta del suo capo come capita a molti (ma possibile che i dirigenti non pensino a formare prima i capi dei dipendenti. Quando ne capiranno l’importanza epocale?), ma convinta fermamente delle proprie capacità. La loro vita, come quella di tutta la popolazione, viene sconvolta fin dalle prime pagine del romanzo dalla discesa in campo (si diceva e si dice ancora purtroppo) nell’agone politico di tale Ardemagni, parrucchiere, la cui fama è esplosa grazie a YouTube, e alla sua condizione di persona non vedente. Come avrete modo di leggere, spero in tantissimi, la politica è capace di costruire qualcosa di impensabile fino al giorno prima, e soprattutto dar vita ad un personaggio con un ruolo determinante per la società, riempiendolo di… NULLA, ma dotandolo di un potere enorme. E quindi capite che ho un discreto intuito per essermi fatto inquietare dal libro solo guardando la copertina.
Da quando viene istituito il ministero della Bellezza, nel Paese contano, valgono, possono, hanno diritti solo coloro che sono belli, in base a criteri che il ministero stabilisce, e che i propri ispettori controllano con precisione e ossessione tale, che il green pass di cui oggi tanto parliamo è paragonabile ad una figurina dei calciatori, rispetto agli specchi che appaiono agli incroci stradali della città, concedendoti la precedenza solo se sei bella o bello.
Potrei dire che il succo della storia concepita da Marco Lazzarotto è nelle poche righe che vi ho proposto, vali e conti solo se sei bello, ma è eccessivamente semplicistica questa considerazione. Sarà lo svolgersi delle vicende personali di Lisa e Matteo, cui si aggiungeranno una serie di altri personaggi investiti da questo nuovo modo di vivere, ad esplicare benissimo le conseguenze. Una invisibile linea di demarcazione non consente a tutti le stesse possibilità (niente di nuovo purtroppo dai tempi di Noè), nemmeno a Lisa e Matteo stessi. Coppia felice. Prima.
Ho preso una sacco di appunti, vorrei raccontare tantissime altre cose, perché in questo libro sono disseminati ovunque spunti interessanti, ma è giusto che i tanti lettori li incontrino di persona.
Aggiungo solo un paio di cose. L’evoluzione dei personaggi, di alcuni in particolare, è determinante per il taglio generale del romanzo, e su tutto, il precipizio verso cui si avvia il mondo dell’editoria, forse non solo a causa del ministero della bellezza, è molto evocativo. Lisa e Matteo ci vivono dentro e non è per niente facile.
Buona lettura. Io mi sono divertito, altrimenti non ne avrei scritto. Grazie Ma(rco)tteo.
“Mi dica una cosa Labrozzo”.
“Sì.”
“Perché lo fa? Scrivere, intendo.”
“…”
“Allora?. La figa? I soldi? Perché lo fa?”
Claudio Della Pietà
Il ministero della Bellezza
Marco Lazzarott
Las Vegas edizioni