«E tu cosa sognavi?
Malja non rifletté nemmeno un istante: vivere.
In che senso?
Ho sempre sognato di vivere e basta, capisci? È la cosa più interessante. Vivere. Viaggiare. Fermarsi dove si vuole. Ripartire. Guardare. Vivere.»
L’editore Voland porta in Italia l’ultimo romanzo di Marina Stepnova, scrittrice russa celebrata in patria, vincitrice di svariati premi grazie al romanzo Le donne di Lazar’, pubblicato in Italia sempre da Voland, nel 2018.
Malia d’Italia, questo il titolo del nuovo libro tradotto da Corrado Piazzetta, racconta la vita di un uomo, Ogarëv, fino al suo incontro con Malja, una donna molto più giovane. Questo incontro è continuamente anticipato, in brevi incisi, accenni, allusioni che creano nel lettore un senso di aspettativa per quando questo “misterioso” personaggio entrerà in scena davvero. Si intuisce, certo, che ne deriverà uno sconvolgimento nella vita del protagonista, e però è necessario preparare il terreno. Detto banalmente, se uno sconvolgimento deve esserci, tocca prima mostrare la vita che verrà sconvolta.
E allora di Ogarëv il libro racconta tutto, o quasi. Non solo di Ogarëv, in verità, digressioni più o meno ampie sono dedicate anche ad altri, alla moglie Anja, per esempio. Comunque, il protagonista lo si segue quasi dal principio, dall’infanzia difficile con un padre autoritario e totalmente incapace di slanci affettivi, e una madre succube, svuotata dal rapporto col marito. È una vita vissuta quasi per dovere, quella di Ogarëv. La carriera da soldato, la professione di medico, e addirittura il matrimonio sono cose che gli accadono come per caso, mai vissute come delle scelte davvero sentite.
La Stepnova è bravissima a fare il ritratto di un uomo “invisibile”, che a stento sembra essere vivo, a far sentire questa sorta di sonno che ne impregna l’esistenza. Sonno che dura fino a che nella sua vita non accade Malja, la giovane donna che gli capiterà in ambulatorio e che lo trascinerà, in brevissimo tempo, verso una vita nuova. Anzi, mi viene da dire: verso una vita vera. Dalla Russia l’azione si sposterà poi in Italia, in bellissime pagine dedicate alla Toscana. E lì la storia troverà il suo epilogo, un epilogo amaro, che molto ha a che vedere con gli insospettati misteri che la giovane, vitale Malja portava con sé.
La scrittura di Marina Stepnova è colta e musicale, capace di una grande varietà di toni. La narrazione scorre veloce, e proprio grazie alla preziosa prosa dell’autrice ne viene fuori un racconto che non si appiattisce mai su di un’unica modulazione, struggente e leggero insieme. In una sola parola: bello.
Edoardo Zambelli
Recensione al libro Malia d’Italia di Marina Stepnova, Voland, 2020, traduzione di Corrado Piazzetta, pagg. 288, 17 euro