Uno scrittore non è altro che la terra su cui è nato, dove cammina, lì dove è caduto e a volte rialzato. La voce di quella terra, nel dialetto regionale o nella cadenza d’una lingua nazionale inesistente, il colore del cielo alto e azzurro del sud o basso e grigio del nord, così la città d’ognuno o la campagna d’ognuno, gli alberi, il caldo il freddo la nebbia, gli odori, per esempio ferrosi della pianura padana, le sue acque ancora paludose o i fiumi sassosi.. Infiniti luoghi. Infinite voci.
Nasce lì, al centro di tutto ciò, “A guardare il Nord”. Dal 1° Aprile nelle Librerie. Ma avremo modo di parlarne su Satisfiction.