“Tra di noi l’oceano – Modernità di Emily Brontë ed Emily Dickinson” di Mattia Morretta (Gruppo editoriale Viator, 2021 pp. 304 € 18.00) è un’opera realizzata nell’analisi, nella sintonia e nella complementarietà dei conflitti esistenziali e letterari delle artiste Emily Brontë ed Emily Dickinson, e indaga sull’oscura sofferenza, ricostruendo l’animo misterioso e il dolore privato con l’intento introspettivo ed educativo del tempo. Mattia Morretta si lascia condurre dall’ispirazione immaginativa dell’emozione, dalla tumultuosa e ostinata inaccessibilità impercettibile dell’animo umano, comprendendo la frattura insanabile del disagio evocativo, la motivazione dell’incomprensione riversata sull’inquietudine delle stagioni interiori, sull’inclinazione alla solitudine. L’autore congiunge l’abisso dell’affanno e l’enigma dell’angoscia lungo il terreno arido e friabile dei luoghi abitati dalle scrittrici, in una sorta di brughiera dell’anima, regola la materia della predestinazione ai margini di un paesaggio contraddistinto come luogo invisibile e rifugio necessario per difendere l’isolata armonia della natura, contro l’ingiusta prigione terrena della quotidianità, comprende l’effettiva e crudele essenza del labile confine tra vita e morte, velato dal manto sfuggente e tragico della tormentata biografia. Il libro narra con consapevolezza la crudele inesorabilità del destino, ma elogia contemporaneamente la volontà indistruttibile e accorata del riscatto, donando una riflessione sulla virtù talentuosa della poesia e sulla coraggiosa espansione della scrittura, sulla sostanza essenziale del ruolo femminile nel riferimento creativo con il mondo. L’influenza salvifica e operosa dell’espediente espressivo nobilita la finalità esclusiva della individualità artistica, annuncia l’attitudine poetica universale dell’arte, allontana la sofferenza mentale e fisica sostenuta nel silenzio, reagisce alla prevaricazione dei margini culturali con l’obiettivo dignitoso dell’intelligenza, con la libertà e l’indipendenza del desiderio, afferma l’articolato e seducente universo della parola, oltrepassando la vertigine, ultima e drammatica della riservatezza, in risposta alla dissolvenza con la metafora di un orizzonte riproducibile per proteggere spiritualmente la vita. “Tra di noi l’oceano” non è una vastità distesa su di una enorme distanza ma al contrario trafigge la linea estrema del distacco e accomuna le due Emily nelle similitudini appartenenti alla sfera degli affetti con il tratto della prossimità, con la vocazione della corrispondenza. Il vincolo elettivo spiega nella preziosa esposizione descrittiva gli argomenti e i dettagli emotivi, divulga una dilatazione della percettibilità nel richiamo sensibile dell’eterna gentilezza della poesia e nel riflesso umanitario e generoso della perennità sentimentale.
Rita Bompadre